Quattro libri per capire la galassia neofascista mostrata dall’inchiesta di Fanpage.it
L'inchiesta condotta da Fanpage.it ha scoperchiato una volta di più il vaso di Pandora, dimostrando come una certa cultura fascista abbia attivato gli anticorpi necessari per riuscire a sopravvivere a ben 75 anni di Italia repubblicana. Un sentimento nostalgico che, col passare degli anni, si è trasformato in un culto strisciante e, di fatto, pienamente integrato nel tessuto istituzionale. Le immagini che raffigurano il "barone nero" Roberto Jonghi Lavarini – ex candidato alla Camera per Fratelli d'Italia nel 2018 e condannato a due anni per apologia di fascismo – in atteggiamenti difficilmente equivocabili, come riferirsi ai propri commensali etichettandoli fieramente "camerati", non perdere occasione per far tornare in auge il saluto romano o, ancora, evocare la birreria di Monaco per solleticare l'ilarità dei convitati, sono la dimostrazione più eloquente di come, per alcuni segmenti di società, il Ventennio nero rappresenti ancora qualcosa di profondamente attuale. Un'attualità che si riflette nella proliferazione di gruppi di dichiarata ispirazione fascista, da CasaPound (l'associazione culturale, per qualche anno un vero e proprio partito, che ha importato a destra le logiche comunitarie e la cultura aggregativa tipica dei centri sociali, un portato storicamente di sinistra) a Forza Nuova (apologeta di un fascismo più tradizionale e a trazione ultra-cattolica), fino a gruppi portatori di un messaggio ancora più radicale, come ad esempio Veneto Fronte Skinheads (una formazione che, come avrete intuito, individua il proprio nume tutelare nella figura di Adolf Hitler e la propria ideologia fondante nel nazifascismo tedesco). Insomma, il panorama dell'estrema destra autoctona è complesso e variegato: non è sempre semplice orientarsi in questo mare magnum fatto di croci celtiche, cameratismo, ostentazione acritica dell'orgoglio patrio e concerti clandestini. Tuttavia, per fortuna, alcuni libri possono aiutarci a comprendere le traiettorie che i fascisti del Terzo Millennio hanno percorso e quelle che imboccheranno: ne consigliamo qualcuno.
NazItalia, di Paolo Berizzi
Nelle ultime ore, il nome di Paolo Berizzi è tornato d'attualità a causa dell'inchiesta Lobby Nera di Fanpage.it: è stato evocato in uno squallido siparietto che ha visto protagonista l'eurodeputato Carlo Fidanza, che ha utilizzato il cognome del giornalista di Repubblica in sostituzione del "cheese" nella speranza di stimolare una risata nei suoi "camerati". Se Berizzi è così inviso alle destre è perché ha dedicato tutta la sua vita professionale al racconto delle sottotrame del nazifascismo made in Italy: è l'unico giornalista sotto scorta a non subire pressioni e minacce da parte delle mafie, ma degli estremisti di destra italiani. Il suo saggio NazItalia: Viaggio in un Paese che si è riscoperto fascista è un ottimo espediente per addentrarsi nella galassia neo-reazionaria italiana.
La politica della ruspa, di Valerio Renzi
Valerio Renzi, giornalista di Fanpage.it, ha scritto La politica della ruspa (Alegre) nel 2015, ma il suo saggio parla ancora al presente: inquadra l’ascesa di Salvini nel più complessivo fenomeno delle nuove destre europee, da Orbàn a Nigel Farage, fornendo una cassetta degli attrezzi per "smontare la ruspa e vedere come girano le rotelle degli ingranaggi". Renzi è in uscita con un nuovo libro dedicato alle destre italiane, Fascismo mainstream (Fandango).
Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo, di Francesco Filippi
Se il mito di Mussolini è ancora così in salute lo si deve, in primis, alla sua fama (inspiegabile) di "grande statista". I suoi adepti non perdono occasione per tesserne le lodi, enfatizzando i grandi risultati che il Duce riuscì a ottenere sul fronte della previdenza sociale, del contrasto alla criminalità organizzata e delle tanto acclamate bonifiche. Ebbene, se ci avete creduto anche soltanto per un secondo, il libro di Francesco Filippi vi folgorerà sulla via di Damasco, smontando chirurgicamente tutti i luoghi comuni che una certa propaganda ha normalizzato per riabilitare la figura del dittatore, da quelli più celebri e "pop", come "i treni passavano in orario", a quelli più inspiegabili, come la presunta abilità di Mussolini nella politica estera.
Cultura di destra, di Furio Jesi
Furio Jesi è stato uno dei pensatori italiani più ingombranti e scomodi dello scorso secolo: in questo saggio analizza in modo impeccabile le ritualità e gli immaginari che una certa retorica di destra assume per alimentarsi e sopravvivere nel tempo, in una costante tensione di mito e ideologia. Una retorica composta da alcune parole chiave (Patria, Famiglia, Disciplina, Decoro) che non passano mai di moda, soprattutto in prossimità delle elezioni comunali.