Quando Vittorio Sermonti criticò Roberto Benigni su Dante e sulla ‘Divina Commedia’

Un intellettuale raffinato, mai banale, spesso severo, nel 2007 Vittorio Sermonti criticò apertamente l’operazione sulla "Divina Commedia" di Dante fatta da Roberto Benigni. Al di là del chi avesse ragione, lui che tra il 1987 e il 1992 aveva curato personalmente un lungo ciclo di trasmissioni radiofoniche sulla figura di Dante Alighieri, con la supervisione di due fra i più grandi filologi italiani, Cesare Segre e Gianfranco Contini, dichiarò:
Il suo modo di attualizzare Dante è divertente ma non si possono dire spiritosaggini e cose un po’ ovvie per adescare il pubblico. Questo non è un buon servizio fatto al Poeta e nemmeno agli ascoltatori. Ho 78 anni e mi dispiace lasciare il campo a questo tipo di divulgazione allegra. Dante è duro e severo e ci vuole durezza e severità per capirlo. E’ un’operazione delicatissima, che non si può fare alla buona.
L'inferno di Dante
Considerato come uno degli intellettuali che ha fatto riscoprire Dante al pubblico italiano, Vittorio Sermonti pubblicò per Bur "L'inferno di Dante", racconto-commento della "Divina Commedia".
Nell'estate del 1940, un ragazzo di undici anni ascoltò il padre che leggeva e spiegava ai fratelli maggiori L'Inferno di Dante; le due estati seguenti toccò a Purgatorio e Paradiso. "Le cicale concertavano nel fico, Il fumo della Macedonia di mio padre sbandava rampicando per l'aria, le nostre motosiluranti solcavano invitte il golfo della Sirte, e io, praticamente, non capivo nulla." Mezzo secolo più tardi proprio quel ragazzo, Vittorio Sermonti, avrebbe letto e spiegato Dante ai microfoni della radio e in più di cinquecento letture pubbliche. Così è nato questo "racconto-commento" della Divina Commedia, che si poneva un obbiettivo solo apparentemente modesto: "consentire a un qualunque italiano dotato di cultura media, intelligenza e un po' di passione di percorrere il più gran libro scritto in italiano senza interrompere continuamente l'avventura per approvvigionarsi di notizie, delucidazioni e varianti nei battiscopa di note, che spesso rasentano il soffitto della pagina". È un obbiettivo in realtà ambiziosissimo, e per raggiungerlo era necessaria la prosa insieme raffinata e colloquiale, accurata e ironica di Sermonti. Supervisione di Gianfranco Contini.