Quando Luis Sepùlveda disse: “Gli italiani salvarono migliaia di cileni durante il Golpe”
Luis Sepùlveda è morto oggi a 71 anni per coronavirus in un ospedale di Oviedo, in Spagna, doveva viveva. Uno dei più grandi scrittori contemporanei ci lascia, dopo una vita vissuta intensamente, dal Cile all'Europa, passando per l'esilio, i successi internazionali, decine di premi, riconoscimenti, senza dimenticare l'attività di giornalista e regista cinematografico. Un intellettuale a tutto tondo che avrebbe dovuto essere in Italia quest'anno e dove c'era stato molte volte negli ultimi tempi. Nel 2016, durante ospite di Book City Milano, nella città lombarda, lo avevamo incontrato per chiedergli di raccontare "La fine della storia", uno degli ultimi libri dello scrittore, edito da Guanda.
Un intrigo di carattere internazionale con al centro la figura di Juan Belmonte, alter ego romanzesco. Durante la sua intervista a Fanpage.it del 2016, Sepùlveda raccontò il modo in cui, durante il Golpe militare di Augusto Pinochet in Cile, gli italiani avevano contribuito alla salvezza di migliaia di cileni dalle violenza dei militari golpisti.
Luis Sepùlveda morto per coronavirus
A diffondere per primi la tragica notizia della scomparsa di Luis Sepùlveda il quotidiano spagnolo El Paìs. Lo scrittore, classe 1949, si era ammalato di coronavirus a febbraio scorso fa ed era stato oggetto di diverse fake news sul suo stato di salute. Da esule nel Cile di Pinochet al successo letterario in Europa: addio a uno dei più grandi scrittori contemporanei. Nelle settimane scorse, la moglie Carmen Yáñez (anche lei aveva sviluppato il virus) aveva parlato di un miglioramento nelle condizioni dello scrittore.