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Quando il calcio si fa arte: da Carrà a Hemy, i capolavori ispirati al gioco più amato del mondo

Moltissimi artisti hanno scelto il calcio come protagonista delle loro opere: alcuni ci hanno raccontato i momenti più emozionanti, altri hanno trasformato i quadri in veri e propri documenti storici sulle origini di questo sport. In occasione dei Mondiali 2018, ecco le opere più belle ispirate al gioco del pallone.
A cura di Federica D'Alfonso
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"La partita di calcio" di Carlo Carrà, conservata presso la Galleria Comunale d'Arte Moderna di Roma.
"La partita di calcio" di Carlo Carrà, conservata presso la Galleria Comunale d'Arte Moderna di Roma.

Il gioco del calcio è stato, fin dalle sue origini, un vero e proprio fenomeno sociale capace di muovere le masse: per questo furono moltissimi i pittori che scelsero di rappresentare questo popolarissimo sport anche nelle proprie opere d’arte, a volte in modo realistico altre in modo metaforico. Anche oggi, con la street art, il calcio è ancora al centro di molti famosissimi capolavori: in pieno clima Mondiali, vediamo quali.

Il calcio, spettacolo italiano: da Jorit a Carrà

Il celebre murale di Jorit comparso nella periferia napoletana qualche tempo fa ha avuto il merito, paradossalmente, di catapultare un personaggio leggendario come Diego Armando Maradona alla portata di tutti. Nel corso dei secoli moltissimi altri artisti si sono interrogati circa la funzione sociale e talvolta metafisica del gioco del calcio: è il caso dei Futuristi italiani, come Gerardo Dottori e Carlo Carrà.

Fu proprio quest’ultimo a firmare la famosa “Partita di Calcio” del 1935, conservata oggi presso la Galleria Comunale d'Arte Moderna di Roma. Quest’olio su tela di nemmeno un metro per uno racchiude forse l’essenza dello spettacolo del calcio: Carlo Carrà, grande appassionato di questo sport, sceglie di immortalare nella sua opera un momento saliente di una partita di calcio, quello di una probabile mischia in area con tanto di portiere che esce tentando di prevalere sugli altri giocatori.

Si tratta di un’opera perfettamente inserita nell’idea metafisica di arte di Carrà, e anche la data della sua realizzazione non è casuale: il pittore la dipinse nel 1935, all’indomani della vittoria italiana ai mondiali, la prima grazie alla rosa di Allemandi e Cavanna.

L’arte del calcio per i francesi: Rousseau e Lhote

André Lhote, "Les footballeurs" (1918).
André Lhote, "Les footballeurs" (1918).

Eterna rivale dell’Italia sul campo da gioco, anche la Francia ha avuto moltissimo interesse per l’arte del gioco del calcio: la prima opera ad esso dedicato risale ai primi anni del Novecento, e oggi è conservato al Salomon R. Guggenheim di New York. Dipinto da Henri Rousseau, il quadro rappresenta una curiosa testimonianza del gioco degli inizi, ben diverso da quello che conosciamo oggi: “Les joueurs de football” immortala un giocatore mentre sembra apprestarsi a prendere la palla con le mani. Un gesto che nel calcio moderno sarebbe considerato falloso.

Oltre a Rousseau anche Albert Gleizes dipinse un quadro omonimo, insieme ad André Lhote, forse l’artista più appassionato di calcio tanto da dipingere tre diverse versioni della sua opera: “Les footballeurs”, oggi parte di una collezione privata, raffigura i giocatori nel momento preferito da molti artisti, quello in cui la palla viene colpita di testa.

Inghilterra e Messico: dal realismo alla metafora

Thomas Hemy, "Sunderland v Aston Villa" (1895).
Thomas Hemy, "Sunderland v Aston Villa" (1895).

Il pittore inglese Thomas Hemy fu forse il primo in assoluto a scegliere una partita di calcio quale soggetto della sua arte: nel 1896 l’artista immortalò il match “Sunderland vs Aston Villa” che dà anche il nome al suo quadro, oggi esposto nello Stadium of Lights del Sunderland. L’opera coglie i giocatori nel momento del calcio d’angolo, e racconta in immagini il match fra le due squadre che, secondo le fonti, di concluse con un clamoroso 4 a 4.

Il messicano Angel Zàrraga, invece, scelse una prospettiva nuova e inusuale per raccontare il gioco del pallone: quella del tifoso. La sua opera “Dimanche”, del 1931, non raffigura né giocatori né match appassionanti, bensì una sorta di riassunto della vita dell’appassionato di calcio all'epoca: in primo piano vediamo un vecchio pallone, un paio di scarpini ed un quotidiano sportivo, compagni inseparabili di ogni sportivo che si rispetti, soprattutto la domenica.

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