Qual è la differenza tra coprifuoco e lockdown e perché è importante conoscerla
Così arrivammo al coprifuoco per scongiurare il lockdown. Anche da noi, dopo la Francia e la decisione della Regione Lombardia (seguita da Campania e Piemonte) si inizia a discutere di fermare tutte le attività con l'arrivo della notte per contrastare gli effetti della pandemia da Coronavirus. Cosa in apparenza simile, ma anche diversa dal lockdown generalizzato vissuto tra marzo e maggio scorso, quando il blocco ha riguardato tutte le attività sociali ed economiche h24. Vediamo nello specifico che cosa significano le due parole e in quali aspetti divergono (o si somigliano).
Che cosa significa la parola coprifuoco
Secondo il dizionario Treccani, la definizione della parola coprifuoco corrisponde al: "Divieto straordinario di uscire durante le ore serali e notturne imposto dall’autorità per motivi di ordine pubblico, in situazioni di emergenza". Il termine in italiano nasce da un'usanza diffusa nel medioevo, quando in alcune città, al fine di prevenire gli incendi, veniva imposto lo spegnimento di ogni fuoco, lume o lanterna durante le ore notturne. Il rintocco di una campana o lo squillo di una tromba segnalava agli abitanti di una città l’obbligo di spegnere il fuoco sotto la cenere come precauzione per evitare incendi accidentali. Così si tentava di eliminare i rischi di incendi accidentali che, durante la notte, avevano maggiori probabilità di propagarsi e di causare ingenti danni. Ricordiamo a tal proposito che gli incendi notturni, fino all'arrivo dell'energia elettrica, hanno rappresentato una delle piaghe più diffuse delle grandi città e assembramenti metropolitani.
Tuttavia il termine coprifuoco è stato spesso utilizzato per indicare la pratica diffusa, durante i periodi bellici e di conflitto armato, per proteggere o controllare la popolazione, a seconda degli scopi delle autorità in quel momento. Nel nostro Paese, ad esempio, durante l'occupazione nazista fu imposto in diverse località da Sud a Nord il coprifuoco notturno per impedire assembramenti della popolazione locale. In questo caso, chiunque non avesse un permesso, era tenuto a rimanere nella propria abitazione per non incorrere a sanzioni. Il coprifuoco che le nostre autorità immaginano di applicare relativamente al Covid-19 è da intendersi, da questo punto di vista, più vicino a quest'ultimo.
Che cosa significa la parola lockdown
Per quanto riguarda l'espressione lockdown, che abbiamo iniziato a conoscere, negli ultimi mesi, da quando la pandemia da Coronavirus ha iniziato a diffondersi a Wuhan, in Cina (paese nel quale è stato imposto per primo), il significato coincide in parte con quello di coprifuoco ma ha caratteristiche tutte sue. Innanzitutto, bisogna evidenziare come lockdown nasca dall'unione di due termini inglesi, "lock" e "down", che genera un'unica parola. In italiano i termini più adatti per tradurre lockdown sono "isolamento", "blocco". Nel caso in cui venga usato come un verbo ("to lockdown") il modo più appropriato per tradurlo nella nostra lingua è "blindare", "bloccare". Genericamente con questa parola si definisce un protocollo di emergenza che impedisce alle persone o alle informazioni di muoversi da una determinata area per salvaguardarne la salute e pubblica. Cosa accaduta nei mesi scorsi nel nostro Paese. Di solito tale protocollo di emergenza viene avviato dalle autorità. I blocchi possono anche essere utilizzati per proteggere le persone all'interno di una struttura o, ad esempio, un sistema informatico da una minaccia o altro evento esterno.
La differenza tra coprifuoco e lockdown
Come abbiamo visto sia la parola coprifuoco sia lockdown sono parole che in un certo modo afferiscono allo stesso campo semantico, ma si diversificano tra loro in modo sostanziale. Sostanzialmente non sono nemmeno paragonabili tra loro, per il fatto che la prima (coprifuoco) indica una sospensione delle attività provvisoria e di carattere notturno. Mentre la seconda (lockdown) indica uno stato di blocco delle attività non a carattere temporale, ma soprattutto di isolamento della porzione di spazio, città, villaggio, che si è deciso di tenere isolato e distante per motivi particolari, come può essere quello di un contagio e di una pandemia, così come stiamo vivendo attualmente nel tentativo di fronteggiare la diffusione del Covid-19.