Premio Strega, “M. Il figlio del secolo” di Antonio Scurati: di cosa parla il libro
Un romanzo titanico su Mussolini e sul fascismo. Con "M. Il figlio del secolo", primo capitolo di una trilogia che vedrà la luce nei prossimi anni, Antonio Scurati si è aggiudicato con 228 voti il Premio Strega 2019, imponendosi per la prima volta, dopo due tentativi nel 2009 e nel 2014, nel più importante premio letterario italiano. Sin dalla sua pubblicazione, nel settembre 2018, si era già capito che questo libro sarebbe diventato uno dei romanzi più importanti della stagione letteraria. Non a caso ha fatto parlare di sé anche negli Stati Uniti, finendo sulle pagine del New York Times, e in Italia diventerà presto una serie televisiva prodotta da Wildside, la stessa società di produzione de "L'amica geniale" e "The Young Pope."
M. Il figlio del secolo di Antonio Scurati
Un libro necessario per la letteratura e la società italiana. Che inizia all'indomani della Grande Guerra, con la fondazione dei Fasci di combattimento a Milano nel 1919 e arriva fino al 1925, all'omicidio Matteotti, il primo atto della dittatura che ispirò il nazismo di Adolf Hitler in Germania e che portò alla rovina l'Italia e il mondo. Un romanzo in presa diretta, raccontato ad altezza uomo, dove nulla è inventato, ogni passaggio del romanzesco ha il suo contrappunto nel reale, nel documentato.
Non a caso le oltre mille pagine di "M. Il figlio de secolo" di Antonio Scurati procedono per capitoli brevi, rapidi, intensi, accompagnati dal contraltare di documenti originali, articoli di giornali, provvedimenti burocratici che raccontano l'ascesa nello spirito e nella carne viva d'Italia. Il primo romanzo sul fascismo raccontato attraverso Benito Mussolini, il figlio di un secolo che ci ha reso quello che siamo. L'inventore della parola "antipolitica", di cui oggi tanto si parla.
Io sono lo sbandato per eccellenza, il protettore degli smobilitati, lo sperduto alla ricerca della strada. Ma l'azienda c'è e bisogna portarla avanti. In questa sala semivuota, dilatate le narici, fiuto il secolo, poi tendo il braccio, cerco il polso della folla e sono sicuro che il mio pubblico ci sia.