Premio negato alla scrittrice palestinese alla Fiera di Francoforte, gli editori: “È una censura”
Comincia ad avere ripercussioni importanti anche in Italia lo slittamento della premiazione alla Fiera del libro di Francoforte della scrittrice palestinese Adania Shibli. Durante la fiera, infatti, Litprom, un'associazione letteraria tedesca avrebbe dovuto premiarla con il LiBeraturpreis 2023, ovvero un premio assegnato "a un'opera di narrativa eccezionale di una scrittrice proveniente dall'Africa, dall'Asia, dall'America Latina o dal mondo arabo" e come si legge sul sito ufficiale "Il premio è stato creato in risposta al fatto che le traduzioni di opere contemporanee di autrici provenienti da questi paesi sono ancora fortemente sottorappresentate sul mercato del libro tedesco". Eppure l'associazione ha scelto di cancellare la celebrazione a seugutio dello scoppio del conflitto tra Israele e Palestina, scatenando non poche critiche, a partire dagli editori americani e inglesi della scrittrice.
In Italia si è mossa subito La nave di Teseo, che pubblica "Un dettaglio minore" che aveva definito il rinvio della premiazione "una decisione assurda e preoccupante" ed esprimendo alla scrittrice "Vicinanza e solidarietà". Ieri si sono mosse, in Italia, anche l'AIE (Associazione Italuana Editori) il cui presidente Innocenzo Cipolletta ha detto: "Pur comprendendo le difficoltà della situazione ed esprimendo tutta la nostra solidarietà al popolo d'Israele, non condividiamo questa decisione. Come Associazione Italiana Editori non possiamo accettare censure alla libertà di espressione. I libri e la lettura sono sempre un valore e come tali non possono essere censurati in alcun modo. Questo è vero in qualsiasi circostanza".
Anche Adei, l'Associazione degli editori indipendenti, ha voluto mettere nero su bianco le proprie perplessità, esprimendo in una nota "il proprio sconcerto e tutta la propria contrarietà per la cancellazione della cerimonia di premiazione di Adania Shibli decisa dalla Fiera di Francoforte" giudicando "incredibile che un'autrice pluripremiata, fra l'altro finalista all'International Booker Prize del 2021, i cui romanzi sono da tempo pubblicati in Italia, venga oscurata solo perché palestinese. E tanto più stridente appare l'affermazione di voler dare più spazio e visibilità alle ‘voci ebraiche e israeliane'". Poco dopo la decisione di Litprom, infatti, e a seguito dell'inizio del conflitto, la Fiera aveva scritto di voler rendere "le voci ebraiche e israeliane particolarmente visibili".
La motivazione del premio recitava che "l'autrice palestinese Adania Shibli crea un'opera d'arte composta formalmente e linguisticamente in modo rigoroso che racconta il potere dei confini e ciò che i conflitti violenti causano alle e con le persone. Con grande attenzione, dirige lo sguardo verso i piccoli dettagli, le banalità che ci permettono di intravedere le vecchie ferite e cicatrici che si trovano dietro la superficie". Andrea Palombi, presidente di Adei, continua sostenendo: "La Buchmesse pur come fiera di diritti, è da sempre uno dei crocevia della cultura internazionale e come tale dovrebbe essere luogo in cui garantire il confronto più ampio, tra le voci più diverse a livello internazionale, anche e forse soprattutto quando il rumore delle armi si fa più assordante".