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Premio Campiello: La cinquina dei finalisti

Una essenziale presentazione dei finalisti al Premio Campiello 2013, scelti da pochi giorni dalla giuria dei letterati e che si contenderanno la vittoria finale per volontà della giuria popolare.
A cura di Luca Marangolo
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Dove si è cacciato il nostro scrittorello?”  così melliflue suonano le parole di uno dei personaggi del sapido ritratto satirico firmato da Thomas Bernhard, Tutti i miei

L'ultimo ballo di Charlot, Fabio Stassi, Sellerio.
L'ultimo ballo di Charlot, Fabio Stassi, Sellerio.

premi, catalogo grottesco dei concorsi per scrittori della sua vituperata Austria, un paese da lui descritto come meschino e decadente, ai margini dell’Europa: insomma, qualcosa di molto lontano dall’immagine che abbiamo del nostro paese.

I premi letterari sono in sè cose potenzialmente importanti,  perché rappresentano una cesura di quel rapporto in qualche modo già immanente tra la letteratura e le istituzioni: un libro che vince un premio vende, magari viene tradotto, magari diventa un classico di lettura nelle scuole.

Ecco perché, per far sì che il mondo dei premi non sia solo una sorta di sottobosco salottiero come negli incubi di Bernhard, è importante conoscere il profilo dei suoi protagonisti. La giuria del Campiello, anche quest’anno, ha selezionato i cinque finalisti in corsa per il patinato premio veneto: conosciamoli.

Iniziamo da Fabio Stassi, che è uscito favorito dalle votazioni: il suo L’ultimo ballo di Charlot è stato un caso letterario prima ancora di essere pubblicato dalla casa editrice Sellerio. Stassi è un bibliotecario, siciliano di nascita, che fa la spola in treno fra Viterbo dove vive e la biblioteca degli studi Orientali, nella capitale. In questa esistenza ferroviaria ha coltivato con pertinace allenamento il ‘sogno’ di diventare uno scrittore e, come ha

Valero Magrelli, Geologia di un padre, Einaudi.
Valero Magrelli, Geologia di un padre, Einaudi.

dichiarato qualche giorno fa, si sta tutt’ora allenando al fine di diventarlo. L’invisibile dialettica fra l’essere e il diventare prescinde forse un po’ dalla volontà dell’autore: ed il successo critico che le sue opere hanno ottenuto, il fatto che la sua scrittura ha una complessità e una sua autonomia, sono buoni indizi del fatto che la temuta parola scrittore possa essere utilizzata (più che per altri sulla piazza, quantomeno). L’ultimo ballo di Charlot ha avuto un grande successo alla fiera del libro di Francoforte,  avendo l’opportunità di essere tradotto in tre lingue già dalla sua prima uscita. In questo libro Stassi continua a manifestare il suo profondo interesse per il mito, la suggestione immaginaria collettiva come fonte essenziale della creatività, e dopo complessi romanzi storici come Fumisteria e È finito il nostro carnevale Stassi prosegue qui la manipolazione di immagini euggestive, ed il racconto dickensiano da lui proposto narra di uno Charlot incanutito e spompato, che strappa alla morte il patto di prolungare di un anno ancora la sua vita, nella speranza di poter scrivere una lettera al suo bambino in fasce.

Di Valerio Magrelli abbiamo già scritto in occasione dell’uscita, a inizio anno, di Geologia di un Padre, un romanzo fatto per scorci, in cui giganteggia la figura irosa e sardonica di un padre recentemente scomparso. Magrelli è senza dubbio uno dei poeti italiani in vita più interessanti, alla sua prima prova romanzesca, ed è un intellettuale dalla formazione accademica che però ha saputo mantenere un dialogo molto fertile fra l’esperienza di vita e la sua poesia. A partire dalla prima importante raccolta, Ora serrata retinae, estetizzata, gelida, lunare e onirica, Magrelli ha poi seguito un itinerario di progressiva riscoperta della quotidianità, nella sua poesia, e ci sembra che molte delle sue poesie siano il tentativo di conciliare un  desiderio forte di

La caduta, Giovanni Cocco, Nutrimenti.
La caduta, Giovanni Cocco, Nutrimenti.

creazione poetica rigorosa con l’esigenza di non escludere dall’immaginazione tutto ciò che c’è intorno, un po’ minaccioso un po’ necessario: il romanzo Geologia di un Padre è un po’ l’apice di questi tratti poetici, perché racconta lo scambio vivo fra quotidianità, memoria e scrittura. C’era da aspettarsi che potesse essere uno dei favoriti e così è stato.

Giovanni Cocco è invece finalista con un’opera prima: La caduta (Nutrimenti), di cui è stato scritto che è un romanzo dall’afflato biblico: è la messa in forma di romanzo dei fatti storici recenti. La narrazione epica degli ultimi dieci anni di storia, segnati dall’ira: è un romanzo  che parte dall’ipotesi che l’ira degli immigrati a Parigi nell’ormai lontano 2006, quella più recente delle periferie londinesi, delle rivoluzioni recenti negli stati del Nord Africa, non possa essere dimenticata, ma al contrario rievochi, per l’appunto, la necessità di una memoria biblica che ne comprenda le istanze fondative. Fondative di qualcosa ancora di là da venire, e che deve necessariamente venire, perché la violenza raccontata dal libro fa trasparire in modo evidente le troppe e sempre più stringenti contraddizioni dello status quo: l’insieme degli stati occidentali che affannano a nascondere le crepe delle loro costruzioni politiche ed economiche.

Tentativi di una botanica degli affetti di Beatrice Masini, scrittrice e traduttrice per l’infanzia (anche di Harry Potter), è una storia ottocentesca dal fascino lacustre, che racconta l’itinerario di Bianca, orfana trasferitasi sulle sponde del lago di Como, nel comprendere ed addentrarsi nelle dinamiche affettive. Le recensioni

Tentativi di una botanica degli affetti, Beatrice Masini, Bompiani.
Tentativi di una botanica degli affetti, Beatrice Masini, Bompiani.

hanno promosso da più parti il romanzo per la sua capacità di raccontare una storia complessa, attorno alla quale ruotano più personaggi e un vasto contesto. L’educazione sociale di Bianca si inserirà nella storia di Pia, anche lei Orfana, ed il rapporto complesso fra le due (asse portante della narrazione) vive tutto nel tentativo di Bianca di indagare, contro la volontà dell’amica, sul destino incognito dei genitori di Pia.

Finiamo questa pur breve ma necessaria panoramica, con Ugo Ricciarelli, scrittore ormai navigato,  tradotto in molte lingue, che presenta il lavoro L’amore graffia il mondo, un romanzo storico incentrato sulla figura di una donna che attraversa prima la guerra, elemento che, nell’universo romanzesco, molte volte è simbolo di speranze perdute, ritrova fede nella propria esistenza mettendo al mondo e dedicandosi ad un figlio con gravi problemi respiratori.

L'amore graffia il mondo,Ugo Ricciarelli, Mondadori.
L'amore graffia il mondo,Ugo Ricciarelli, Mondadori.

Ciò che auspichiamo è che il Premio Campiello, degli industriali del Veneto, di qui a Settembre, sia quanto di più lontano dai grigi salotti descritti da Bernhard e possa essere un’occasione per discutere di buona scrittura. Anche nella sua storia recente, il premio ha premiato giovani autori di talento, come ad esempio Michela Murgia, che lo vinse nel 2010. E non possiamo che essere felici che uno dei cinque finalisti sia edito da una casa  editrice, Nutrimenti, non enorme e dunque meno sospetta di ipotetiche forme di lobbying. In ogni caso, l’interessante selezione di quest’anno ci pare un’opportunità per discutere di libri che non si può ignorare, allontanando il più possibile le ombre tratteggiate dallo scrittore austriaco.

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