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Povia pronto a sostituire Tony Effe allo show di Capodanno a Roma: “Se mi chiamassero ci andrei”

Se il comune di Roma lo invitasse al posto di Tony Effe, Povia sarebbe pronto a salire sul palco per lo show di Capodanno. Il cantante ha espresso solidarietà al trapper, escluso dallo show: “Non so i motivi degli ultimi episodi ma la censura è sempre brutta”.
A cura di Eleonora di Nonno
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Giuseppe Povia sostituirebbe Tony Effe, escluso dal concerto di Capodanno a Roma. A dichiararlo è l'artista all'Adnkrons: "Se mi invitassero? Andrei ovunque, dal palco posso cantare ciò che voglio, fuori dal palco no".

Povia: "So cosa vuol dire essere escluso"

"Se mi invitassero? Andrei ovunque, dal palco posso cantare ciò che voglio, fuori dal palco no" ha rivelato Giuseppe Povia. L'autore di I Bambini Fanno Oh e Luca Era Gay ha spiegato di sapere cosa si prova ad essere censurati: "Sono un cantautore sociale che canta temi importanti e subisco annullamenti di concerti e allontanamenti dalla Tv da 15 anni per motivi ideologici ad opera di chi parla di uguaglianza e pietà ma poi ti tappa la bocca quindi so bene di cosa si tratta. Per questo avevo presentato la canzone ‘Arbitro' a Sanremo, esclusa. Non so i motivi degli ultimi episodi ma la censura è sempre brutta".

Il caso Tony Effe divide, la polemica tra chi lo difende e chi lo attacca

In tanti si sono espressi sul caso Tony Effe. Da una parte chi lo difende, dall'altra chi attacca il rapper. I primi a schierarsi dalla parte del trapper sono stati Mahmood, Mara Sattei, dando forfait allo show di Capodanno nella Capitale. Subito dopo, Lazza, Noemi, Giorgia, Emma e altri Big hanno mostrato solidarietà all'artista. Morgan, invece, ha puntato il dito contro l'artista, criticando il clamore suscitato dalla vicenda: "Ma chi se ne fot** di Tony Effe? Sia che ci sia, sia che non ci sia, non cambia nulla, non mi sembra un problema grave". Anche Vladimir Luxuria, tramite un post pubblicato sul proprio profilo social, si è espressa sulla questione tirando in ballo chi ha difeso il rapper romano: "Quindi da ora in poi sdoganiamo qualsiasi linguaggio misogino, omofobo, contro i disabili, sul body shaming… perché chi si oppone a questo linguaggio viene tacciato di censura. Si fanno gli interessi delle donne o delle case discografiche?"

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