Pompei, scoperta tomba del “manager” dei gladiatori
La tomba di uno dei personaggi più in vista della antica Pompei. Sono i reperti in cui si sono imbattuti gli archeologi al lavoro agli Scavi di Pompei nel corso dei lavori condotti per sistemare le fondamenta degli edifici San Paolino, fuori la Porta Stabia degli scavi, nell'ambito del Grande progetto Pompei. Il cantiere 39 ha riportato involontariamente alla luce il monumento funebre, con tanto di iscrizione marmorea lunga ben 4 metri, di Gneo Alleo Nigidio Maio, noto per essere uno dei più grandi finanziatori degli spettacoli di gladiatori che si svolgevano nella città romana all'interno dell'Anfiteatro da 20mila posti. A questa tomba apparteneva il grande fregio con scene gladiatorie conservato nei depositi del Museo archeologico nazionale di Napoli.
Ma perché bisogna necessariamente ipotizzare che la tomba appartenga al "manager" degli spettacoli dei gladiatori? Perché l'iscrizione non reca il nome del defunto. Però è possibile, dati i sette registri narrativi, ricostruirne in maniera dettagliata le tappe fondamentali della vita e quindi, confrontandole con i documenti in possesso negli archivi, attribuire con certezza la tomba alla figura del grande mecenate.
L'iscrizione marmorea racconta l'acquisizione della toga virile, delle nozze, la descrizione delle attività munifiche che accompagnarono gli scontri tra gladiatori, come banchetti pubblici, elargizioni liberali, organizzazione di giochi gladiatori e combattimenti con belve feroci.
Il contenuto dell'epigrafe avvalora l'ipotesi che il monumento sia completato dal famoso bassorilievo marmoreo, attualmente conservato al Mann di Napoli, di cui finora non se ne era individuato il contesto di provenienza.