Pompei, dopo la scoperta del cavallo bardato la nuova ipotesi: esiste un’altra villa dei Misteri?
Un cavallo bardato, pronto al galoppo, che condurrebbe a passo di trotto direttamente a una nuova scoperta. Nemmeno il tempo di festeggiare l'eccezionale ritrovamento del sauro già sellato, riscoperto ieri a Pompei, e già si profila all'orizzonte una nuova, eccezionale scoperta che potrebbe rendere in un futuro non troppo lontano ancor più prezioso il patrimonio conservato al Parco archeologico di Pompei.
L’ultimo eccezionale ritrovamento negli scavi di Pompei, venuto alla luce nella zona suburbana a nord, vicino alla via di Civita Giuliana, sarebbe infatti, secondo quanto spiegato dal direttore del parco Massimo Osanna, "un reperto di rara importanza, anche perché è collegato ad una ricca tenuta, prestigiosa come la villa dei Misteri, appartenuta ad comandante o un alto magistrato militare”. Secondo le prime ipotesi, l’edificio in questione presenterebbe ambienti affrescati e lussuose terrazze che affacciavano sul golfo, oltre ad un un quartiere di servizio e magazzini per l'olio e per il vino.
Una vera e propria nuova versione della Villa dei Misteri, insomma, potrebbe nascondersi nelle vicinanze del cavallo bardato del comandante. “Tutta l’area – secondo Osanna – verrà scavata e restituita al pubblico”. Motivo per cui ecco annunciato lo stanziamento per il 2019 di due milioni di euro dai fondi ordinari del Parco, per le attività di recupero di questa meraviglia. Da un lato, infatti, bisognerà realizzare delle approfondite indagini archeologiche per verificare l'ipotesi, mentre in secondo luogo bisognerà espropriare i terreni sui quali si dovrà successivamente scavare. “Il nobile sauro – ha dichiarato Osanna – rappresenta una conferma alle nostre aspettative di ritrovamenti. Ce ne aspettiamo altri, di grande valore, in questa zona”.
Non è la prima volta che si effettuano rilievi archeologici nella “Tenuta del Sauro bardato”: la villa fu infatti oggetto di indagini ad inizio Novecento per poi essere nuovamente interrata. Negli ultimi decenni era stata più volte offesa e depredata dai tombaroli. È stata quindi la Procura della di Torre Annunziata, con il procuratore capo Alessandro Pennasilico e l’aggiunto Pierpaolo Filippelli, a sollecitare il Parco ad un nuovo scavo, seguendo un'indagine sugli scavi clandestini. Non si tratta, dunque, di una delle iniziative incluse nel Grande Progetto, finanziato con i fondi europei.