Piero Pelù celebra i 25 anni di Il mio nome è mai più: “Anche oggi la pace è l’unica arma che abbiamo”
Era il 1999 quando Ligabue, Jovanotti e Piero Pelù scrissero e pubblicarono Il mio nome è mai più, una canzone che li vedeva per la prima volta insieme. La canzone nacque dopo l'intervento militare della NATO durante la guerra del Kosovo e nacque per raccogliere fondi che furono, successivamente, devoluti a Emergency e destinati a progetti umanitari in Afghanistan, Cambogia, nei paesi della ex Jugoslavia e in Sierra Leone. La canzone fu un successo enorme anche commerciale, diventando la canzone più acquistata nell'anno di uscita, davanti a canzoni come Mambo no. 5 (A little bit of…) di Lou Bega, Snow on the Sahara di Anggun e 50 Special dei LunaPop. In occasione dei 25 anni Pelù ha inserito una nuova versione acustica nel suo ultimo album Deserti e gli abbiamo chiesto cosa abbia rappresentato per lui.
Sono 25 anni da Il mio nome è mai più, cosa ha rappresentato nella tua carriera?
Il mio nome è mai più è stata per me è una canzone importantissima, primo perché l'abbiamo scritta Luciano (Ligabue), Lorenzo (Jovanotti) e io e quindi è già questa collaborazione era una cosa speciale, fu una cosa cotta e mangiata, preparata in pochissime settimane. Per me è importantissimo dal punto di vista dei concetti, perché "la pace è l'unica vittoria" per me è una frase fondamentale.
Ha avuto una qualche forma di ricasco nella società?
Nella storia della società non ti saprei dire visto quello che è successo a queste europee, vista anche la risposta ottenuta da certi Generali. Poi, insomma, il blocco delle sinistre tutto sommato si è comportato molto bene e questa cosa fa piacere a me, come progressista, ma secondo me può far piacere solo alla democrazia in questo Paese se no addio.
Chi ti ha insegnato la pace?
Sono cresciuto con un nonno che ho adorato, nonno Mario, che era uno dei ragazzi del 99 e quindi a 18 anni si trovò nell'inferno delle Trincee sulle Ardenne (era la I Guerra Mondiale, ndr), tra francesi e tedeschi e quindi tra gas nervino, spagnola, compagni di camerata che esplodevano, si sta parlando di una guerra atroce di posizione, un po' come quella che stanno vivendo tra Ucraina e Russia e lui, purtroppo, morto giovane perché da quell'esperienza traumatizzante si fumava 4 pacchetti di Gauloises al giorno, è arrivato a 69 anni con dei polmoni devastati, però mi ha insegnato l'importanza della pace, il ripudio delle armi e della violenza: magari violenza verbale, magari violenza visiva, magari anche apotropaica, ma mai arrivare alla violenza fisica o allo scontro, per cui anche tutte le volte che mi sono ritrovato in situazioni con violenza più o meno pronta a esplodere ho cercato di calmare l'acqua, se no mi sono allontanato, quando le energie diventano troppo negative, bisogna sempre allontanare le fonti negative, perché tutto si possa un po' fermare.
Liga e Jova hanno ascoltato questa nuova versione?
Non lo so, penso di sì: in realtà questa versione, che è una semi acustica, un elettro acustica, riprende un'altra versione che avevo già fatto in una mia raccolta di qualche anno fa. Questo per dirti che c'è anche un filo rosso da Guerra dei Litfiba, 1982, e allora di guerre ce n'erano ben poche, noi boomer, lo ammetto, siamo stati una generazione molto fortunata, però sì c'era ancora un po' di guerra fredda, ma insomma abbiamo avuto la fortuna di vivere più in pace, per cui è importante per i ragazzi di oggi capire che il valore della Pace è centrale in ogni situazione. "L'unico gesto in ogni senso" dico nella canzone, che significa in un senso pubblico, ma anche in un senso privato, anche tra persone.