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‘Piero della Francesca. Indagine su un mito’, in mostra a Forlì

Le opere d’arte di Piero della Francesca, fra i personaggi più emblematici del nostro Rinascimento, e degli artisti che hanno subito la sua influenza saranno in esposizione presso i Musei civici di San Domenico di Forlì dal 13 febbraio al 26 giugno. La mostra consta di circa 250 opere realizzate da personalità di spicco quali Antonello da Messina, Giovanni Bellini, Degas, Odilon Redon per abbracciare fino al ‘900 di  de Chirico, Carrà, Balthus e Edward Hopper, in costante confronto col pittore quattrocentesco.
A cura di Silvia Buffo
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Piero Della Francesca
Madonna col Bambino (1435-1440) di Piero Della Francesca-Collezione privata

L'esposizione ‘Piero della Francesca. Indagine su un mito', allestita ai Musei Civici di San Domenico, dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il comune, ha l'importante scopo di raccontare l'estro e le passioni del pittore rinascimentale, dalla matematica alla geometria, alla base di straordinari capolavori dal calibro di ‘Storia della Vera Croce' nel Duomo di Arezzo. A Forlì giungeranno importanti prestiti come la ‘Madonna della Misericordia' dal Museo civico di Sansepolcro, la ‘Sant'Apollonia' della National Gallery of Art di Washington, il ‘San Gerolamo e un devoto' delle Gallerie dell'Accademia di Venezia o la ‘Madonna col Bambino' della Alana Collection.

Si è voluto in particolare mettere in risalto il seguito di artisti che nel corso del tempo, grazie al lavoro di coordinazione fra i curatori diretto da Gianfranco Brunelli, dopo un lungo periodo in cui Piero Della Francesca era stato dimenticato, a partire dal XIX secolo, hanno voluto attingere alla sua immensa arte.

La mostra elabora un ininterrotto dialogo tra capolavori di epoche differenti, a dimostrazione di come il pittore aretino abbia ispirato artisti a secoli di distanza fino a rintracciare la sua influenza anche nella modernità. A partire dalle generazioni a lui immediatamente successive come  quelle di Marco Zoppo, Francesco del Cossa, Luca Signorelli, Melozzo da Forlì e Antoniazzo Romano ma anche di Giovanni Bellini e Antonello da Messina.

L'esposizione metterà a fuoco anche la sua influenza sui Macchiaioli da Borrani a Lega a Signorinie e nel panorama dell'arte europea di grandi nomi come Johann Anton Ramboux e Charles Loyeux.  La mostra tratterà anche la rivalutazione inglese dell'artista durante il primo ‘900 legata in particolare a Roger Fry, Duncan Grant e al Gruppo di Bloomsbury fino a ripercorrere il Post-impressionismo di Degas, Seurat e Signac, il purismo di Puvis de Chavannes, gli slanci metafisici di Odilon Redon e la geometria di Cézanne.

Il seguito novecentesco dell'artista è particolarmente italiano, un vero è proprio ponte verso la modernità. Per dirla con Warburg ‘le sopravvivenze' del pittore quattrocentesco ricorrono negli artisti Guidi, Carrà, Donghi, de Chirico, Casorati, Morandi, Funi, Campigli, Ferrazzi, Sironi in osmosi con artisti stranieri come Le Corbusier, Balthus e Edward Hopper.

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