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Piccoli musei: 5 luoghi da visitare per riscoprire la bellezza nascosta nel nostro Paese

Sono migliaia i piccoli musei e i parchi archeologici disseminati sul territorio italiano: ecco 5 fra i più suggestivi e curiosi, per un viaggio attraverso la cultura nascosta del nostro Paese.
A cura di Federica D'Alfonso
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"San Nicola e le storie della sua vita", Michele di Baldovino, complesso museale di Ugento
"San Nicola e le storie della sua vita", Michele di Baldovino, complesso museale di Ugento

In Italia i piccoli musei sono migliaia, oltre 10 mila secondo le stime dell'Associazione Nazionale Piccoli Musei. Un immenso patrimonio di diversità culturale diffuso su tutto il Paese, con esigenze e specificità diverse da quelle dei grandi musei: un legame più stretto con il territorio e con la comunità locale, più attenzione all'accoglienza e all'originalità delle esperienze di visita. Esistono numerosissimi percorsi culturali molto diversi fra loro: parchi archeologici, pinacoteche, musei etnografici e del costume, gallerie d'arte contemporanea…e perfino musei del giocattolo e del vento! Ecco 5 di questi piccoli musei, assolutamente da non perdere.

1. Museo Archeologico Nazionale di Metaponto

Il tempio dedicato alla dea Hera, a Metaponto
Il tempio dedicato alla dea Hera, a Metaponto

Metaponto è stata una delle più importanti colonie greche dell'Italia meridionale. Fondata dai greci dell'Acaia, nella seconda metà del VII secolo a.C., divenne ben presto punto di riferimento commerciale e soprattutto culturale: qui infatti, visse il filosofo e matematico Pitagora, che vi fondò una delle sue scuole. Visitare Metaponto vuol dire immergersi in un'atmosfera leggendaria: secondo la leggenda sarebbe stata fondata dall'eroe greco Nestore, di ritorno dalla guerra di Troia. Il suo Museo Archeologico ricostruisce in modo esemplare non soltanto la presenza greca sul territorio italico, ma torna indietro fino ai primi insediamenti dell'età del ferro, e segue la sua evoluzione fino alla conquista romana.

2. Museo delle Mummie di Monsampolo

La cripta della Buona Morte, Monsampolo
La cripta della Buona Morte, Monsampolo

Durante i lavori di riparazione dei danni causati dal sisma che colpì l'Umbria e le Marche nel 1997, un’esplorazione archeologica nella cripta della chiesa di Maria Ss. Assunta in Monsampolo ha portato alla luce un sistema di fosse granarie medievali, in cui venivano conservate le derrate alimentari. Ulteriori lavori di scavo portarono infine alla scoperta di oltre 20 corpi umani mummificati e perfettamente conservati: in maggioranza si tratta di mummie “naturali”, ma vi sono anche esempi di mummificazione antropogenica ottenuta attraverso un procedimento chirurgico di eviscerazione. Il Museo di Monsampolo costituisce oggi uno dei più completi ed interessanti esempi di studi antropologici e di storia del costume. I corpi sono stati ricomposti, e sono oggi esposti nella cappella della “Buona Morte”: in questi suggestivi spazi è stato allestito il racconto del rinvenimento e degli studi e si possono osservare, oltre ai corpi mummificati, gli abiti, i tessuti, i rosari, le medaglie, gli anelli e tutti gli oggetti rinvenuti durante lo scavo archeologico.

3. Sistema Museale di Ugento

Il castello di Ugento
Il castello di Ugento

Il Sistema museale di Ugento, in Puglia, comprende 4 musei: di particolare interesse è sicuramente il Castello, che si pensa risalga addirittura all'epoca romana. Di grande importanza durante il periodo angioino, durante l'occupazione della città da parte del pirata algerino Barbarossa il castello venne danneggiato: due torri furono distrutte come del resto buona parte dell’ala occidentale, del pian terreno e del primo piano. Ma sono proprio i segni della storia a rendere questo gioiello salentino una tappa obbligata, insieme alla Cripta del Crocefisso: qui si ha a che fare con l'Oriente, e con i riti greci ortodossi. Figure fantastiche come il grifone e l’idra decorano le volte della piccola cripta, insieme ad un ciclo di affreschi che va dal XIII al XVII secolo.

4. Fondazione Peccioli per l'Arte

"San Nicola e le storie della sua vita", Michele di Baldovino
"San Nicola e le storie della sua vita", Michele di Baldovino

Il Polo museale gestito dalla Fondazione Peccioli racchiude dentro di sé esperienze diverse, ma con il comune obiettivo di conservare e valorizzare la storia del territorio e costruire una comune identità culturale. Il Museo del Palazzo Pretorio, il Museo Archeologico, il Museo d'Arte sacra e la Torre Campanaria compongono così un itinerario unico nella storia e nella cultura del territorio della Valle dell'Era, in Toscana. L'antica “Picciole” per tutto il periodo medievale e rinascimentale è stata più volte al centro delle vicende che hanno visto contrapporsi papato e impero, guelfi e ghibellini e le due città di Pisa e Firenze nel controllo del territorio. Grazie alla Fondazione, che dal 2004 lavora per ricostruire la storia del territorio, è stato possibile recuperare e conservare alcune delle opere d'Arte Sacra più significative della pittura toscana del Duecento: una Madonna col Bambino risalente alla prima metà del XII secolo attribuita a Enrico di Tedice, e il dossale con “San Nicola e storie della sua vita” del XIII secolo attribuito a Michele di Baldovino. Il Museo di Palazzo Pretorio invece è un ottimo esempio di come la storia medievale del luogo possa dialogare creativamente con l'arte contemporanea, attraverso un’operazione di introduzione nel tessuto urbano di interventi site specific, come le installazioni “Fonte” e “Chiacchiere” di Vittorio Corsini, oppure “Colonna che scende” di Hidetoshi Nagasawa, fino ad arrivare ad “Acropoli” di Vittorio Messina e “Ospiti” di Fortuyn/O’Brien.

5. Il museo della Bora, Trieste

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Inaugurato nel 2004, più che un museo, è uno spazio dedicato ad una delle caratteristiche più famose della città di Trieste: il percorso numerato cerca di mettere ordine all'interno del disordine che appartiene naturalmente al tema del vento, attraverso 20 “motivi per costruire un Museo del Vento”. Come un vero e proprio museo che si rispetti, anche quello del Vento ha le sue collezioni, a partire dall’Archivio dei Venti del Mondo: una bizzarra raccolta di venti in scatola, che permette anche ai visitatori di partecipare alla raccolta spedendo il vento che soffia nel loro paese. Al momento sono più di 130 i venti imbottigliati, inscatolati, impacchettati provenienti da quasi tutto il mondo. La Collezione artistica contiene numerose opere di artisti di talento, come Pastrovicchio, Pezzolato, Spigai e altri, i quali hanno mirabilmente rielaborato il tema del vento nelle loro opere.

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