Perché stiamo riscoprendo solo adesso Pino D’Angio: da Sanremo 2024 a Ma quale idea su TikTok
Non si può parlare di prima, seconda, terza o quarta vita per Pino D’Angiò. Il cantante, originario di Pompei in provincia di Napoli, si è tolto l’ennesimo sassolino dalla scarpa, con la sua partecipazione al Festival di Sanremo 2024 nella serata cover con i BNKR44 e la sua Ma quale idea. E se questo non bastasse, la riscoperta di alcuni suoi brani come Okay Okay e la stessa Ma quale idea grazie a un pubblico come quello di TikTok, potrebbe fare il resto. Se solo Pino D’Angiò fosse un artista “normale”, aggettivo che non gli appartiene e poco lo inquadra. Sì, perché tutto ciò sta accadendo dopo aver visto la sua voce, il punto di forza nella sua carriera musicale, teatrale e televisiva, affievolirsi, perdere la sua naturalezza. In seguito anche alle reiterate operazioni alla gola, per la rimozione di tumori che avrebbero potuto fermare tutti.
E invece l’uomo che fece finta di svenire sul palco alla sua prima apparizione sanremese, nel 1989, per evitare l’umiliazione di esser eliminato prima dell’esibizione, sembra lontano dagli stereotipi, anche musicali, che gli sono stati affibbiati. Perché, se l’amore per la musica viene testimoniata dai 15 album prodotti nella sua quarantennale carriera, c’è anche la rassegnazione per esser ricordato dal grande pubblico italiano per pochi brani, come Ma quale idea. Lo stesso che non hai mai potuto vedere sul palco del Festival di Sanremo, prima dei mesi scorsi, anche per una sua scelta come ha dichiarato in un’intervista a Superguidatv: "In quarant’anni tra tutti i vari direttori artistici che si sono avvicendati al Festival di Sanremo solo Amadeus si è accorto del mio successo all’estero e mi ha chiamato. Mi ha fatto piacere ovviamente".
Una carriera musicale che l’ha visto scrivere un brano per Mina, Ma chi è quello lì: “Era stata Mina a chiamarmi chiedendomi di scriverle una canzone. Io rimasi meravigliato. Mina per me era irraggiungibile oltre che divina”. L’ha visto diventare un’icona in Spagna, ma anche in Francia, Belgio e Stati Uniti: tutto ciò grazie a una grande padronanza linguistica. D’Angiò parla, oltre l’italiano, il francese, l’inglese e lo spagnolo, la stessa lingua con cui presenterà Miss Universo nel 1990, lo stesso anno in cui produce The Age of Love, tra i brani cardine del movimento house-trance italiano. Poi il cinema con il regista Giuseppe Tornatore e il suo doppiaggio in vari film di Woody Allen, tra cui La rosa purperea del Cairo.
Una vita condotta all’ombra del mainstream discografico italiano, lavorando a programmi radiofonici e televisivi Rai prima della comparsa di una malattia ai polmoni e successivamente alla gola, su cui, come lo stesso D’Angiò ha confermato, ha influito l’eterna compagna, anche sul palco: la sigaretta. La prima volta insieme durante il Festivalbar, il suo esordio nel 1981, quando con Un concerto da strapazzo sul palco dell’Arena di Verona, conquistò il pubblico con la sua immagine. La stessa che parodizzerà in Ma quale idea, descrivendo le mancate conquiste di un playboy senza arte né parte. In quel momento in cui la sua voce scompare, Pino D’Angiò ha chiesto una mano a uno degli artisti "con cui ha litigato di più durante i ritiri della nazionale cantanti": Gianni Morandi.
Come ha raccontato nell’intervista: "Ad un certo punto mi viene un tumore alla gola, sparisce la voce e non posso fare più trasmissioni, condurre programmi, cantare, fine dei concerti, fine di tutto. Ho un figlio all’università che costa tanto, ho delle problematiche famigliari. Avere anche un tumore e sapere magari che tra sei mesi, un anno, non ci sei più e lasci tuo figlio e tua moglie nei debiti, non potevo permettermelo". Ed è così che in un momento di difficoltà, arriva l’aiuto di Morandi: "Gli dico, potresti darmi una mano, ho bisogno di una certa cifra per far finire l’università a mio figlio e per tante altre cose che sono urgenti? E la cifra non era un gioco. Lui mi ha detto ti faccio un bonifico o te li vieni a prendere? Per tre anni, perché ci ho messo tre anni a restituirglielo, non mi ha mai più parlato dei soldi, mai più chiesti".
Stacco, e la scena ritorna allo scorso 9 febbraio: Pino D’Angiò è sul palco di Sanremo con i BNKR44, esibendosi nel ritornello di Ma quale idea. Mentre pronuncia “Balla”, comincia a muoversi vorticosamente, una coreografia improvvisata, un momento di divertimento, com’è stata la musica per Pino D’Angiò. E solo settimane dopo la sua partecipazione, Pino D’Angiò ha svelato che tre mesi prima dell’operazione, il 9 novembre 2023, gli era stato rimosso il polmone sinistro: "Non mi hanno curato, mi hanno proprio aperto il torace e tolto un polmone che era pieno di tumori e mi hanno ricucito". E per chi sta pensando a come riscoprire la figura di Pino D’Angiò, sullo sfondo un documentario di 40 minuti di un regista austriaco e un docu-film curato da un autore italiano. Perché più della musica, di Ma quale idea e di Okay Okay, c’è l’uomo e la sua storia. E adesso Pino D’Angiò balla.