Perché si discute di “ripulire” l’immagine di Tony Effe: cosa c’entrano Sanremo 2025, Noemi e Califano
La partecipazione al Festival di Sanremo 2025 per Tony Effe non è sicuramente uno dei percorsi più lineari e virtuosi che sta affrontando il rapper romano, che con Icon, ha guadagnato il titolo di disco più venduto degli ultimi 12 mesi. È possibile ripercorrere le orme di ciò che è accaduto solo due anni fa a Lazza, che aveva ottenuto lo stesso risultato con Sirio, ma che si approcciava in una dimensione nazional-popolare, di questa vastità, per la prima volta. E infatti, ciò che è avvenuta nella lettura mediatica, oltre che lo scontro generazionale con un autore che non adegua il suo registro a un pubblico generalista, è la sua caratterizzazione. Tutto ciò viene evidenziato dalla maniera in cui sono stati tradotti i suoi testi, non contestualizzandoli al genere appartenente. E infatti, se da prima i dubbi provocati sulla sua partecipazione si rifacevano proprio a un suono evidentemente lontano dall'orchestra sanremese, la curiosità per Damme na' mano non solo si è rivolta alla parte melodica del brano, ma soprattutto alla sua dimensione testuale.
La scelta del costume di Franco Califano per raccontare Tony Effe al pubblico sanremese
E allora, quale miglior esempio, quale miglior personaggio da inseguire per raccontarsi sul palco di Sanremo che Franco Califano. L'uomo, prima dell'autore, che aveva messo sotto la lente d'ingrandimento tra gli anni '70 e '80 i suoi eccessi e la sua vita sregolata, in una chiave tra cronaca e poesia. Simbolo di Roma e della romanità, sembra esser l'eccellente costume da indossare per Tony Effe per riuscire a ridurre la distanza con il pubblico che lo osserverà in tv al Festival, meno per coloro che abitano la sua musica, dagli esordi con la DPG ad Untouchable e Icon. Sì, perché il tentativo di riproporre un'immagine edulcorata di Tony Effe per renderlo comprensibile a un pubblico generalista, passa anche per un'operazione che sui social viene descritta come un tentativo di "ripulirsi dalle critiche subite per i suoi testi". In questo metaverso sanremese, quindi, non può mancare il riferimento a Califano nel testo della canzone, men che meno l'interpretazione della cover con Noemi con Tutto il resto è noia del cantautore romano. La loro collaborazione durante la serata cover si trasformerà anche in un brano contenuto nel prossimo album della cantante romana, Nostalgia, in uscita il prossimo 28 febbraio. Nel testo del suo brano sanremese invece, Tony Effe recita: "Tu non sei mai sincera, tu sei pericolosa, io so che morderai la mela, ma di noi cosa direbbe Califano, che è durato troppo poco".
Noemi su Tony Effe: "Lo inviterò al concertone di Una Nessuna Centomila"
E in questa metamorfosi sanremese che Tony Effe sta affrontando, sono arrivati anche gli inviti, da parte di Noemi, di dialogo sulle forme linguistiche utilizzate dal rapper nei suoi testi. Nell'intervista a La Stampa, Noemi, che fa parte della fondazione Una Nessuna Centomila, che si dedica al contrasto della violenza maschile sulle donne, afferma che bisogna "intavolare una discussione, un dialogo con colleghi che usano certi tipi di linguaggi. La cosa più brutta è ignorare e silenziare". E quando le viene chiesto se la collaborazione con la cover può essere uno strumento di "pulizia dell'immagine" del rapper, risponde: "A me piace sostenere il cambiamento, è importante aiutare l’evoluzione di una persona che nel suo mondo ha un peso fortissimo. Per quanto mi riguarda il 20 settembre inviterò Tony a cantare al concertone di Una Nessuna Centomila". È poco chiaro se questo cambiamento si imponga sulla dimensione artistica di Tony Effe o sulla sua evoluzione umana, anche perché questi due aspetti, nel racconto pubblico, sono stati completamente sovrapposti, senza che alcun confine li divida. Una scelta pericolosa se associassimo la vita dell'autore al racconto della sua opera.
L'evoluzione del linguaggio e del pubblico e l'esempio di Achille Lauro
Da una parte sarà interessante capire cosa accadrà sotto il cappello "dell'evoluzione" di un autore, che negli anni ha raccontato il suo spaccato, con il suo linguaggio, che è anche la sfumatura di un genere musicale. Dall'altra parte, abbiamo assistito anche alla mutazione linguistica di interpreti romani, anche concorrenti di quest'edizione del Festival di Sanremo, come Achille Lauro. Basti ricordare i tre progetti Achille Idol Immortale, Dio c'è e Ragazzi Madre, totalmente capovolti, anche grazie alla partecipazione sanremese con Rolls Royce nel 2019, con una dimensione pop perpetrata poi in 1990, 1969 e 1920.