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Festival di Sanremo 2025

Perché Olly e gli altri Big di Sanremo 2025 hanno meno certificazioni d’oro e platino

Il Festival di Sanremo 2025 viene penalizzato, nella visione comune, per i pochi brani certificati FIMI a tre settimane di distanza dalla fine della kermesse: ecco perché le copie certificate ci raccontano una storia diversa.
A cura di Vincenzo Nasto
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Olly, Mahmood via LaPresse
Olly, Mahmood via LaPresse
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Dopo la seconda settimana in cui FIMI ha premiato il Festival di Sanremo 2025 con altre tre certificazioni d'oro, legate al successo in streaming dei brani di Achille Lauro, Giorgia e Lucio Corsi, e una di platino per Balorda Nostalgia di Olly, il confronto con il recente passato sembra ridimensionare i numeri di quest'edizione del festival. Un bias legato anche a ciò che è avvenuto nelle ultime cinque conduzioni di Amadeus, streaming-oriented, oltre 17 milione di copie certificate e un brano da 9 dischi di platino come Cenere.

Ma la distanza non è così netta come suggeriscono le certificazioni FIMI, e un dato che potremmo prendere in considerazione è proprio quello delle copie certificate: in tre settimane, 600mila per l'edizione 2025. Mentre facendo un passo indietro, in quello che può essere definita l'edizione con più certificazioni di Amadeus, Sanremo 2024, le copie certificate erano intorno alle 700mila. Faranno un grande passo in avanti nella settimana successiva, raggiungendo un milione, ma soprattutto conteranno 10 canzoni certificate sulle 30 totali. Un risultato con un appeal diverso, per motivi ben chiari.

Infatti, piuttosto che analizzare i dati di ascolto in stream delle due edizioni, che vedono comunque Sanremo 2024 in un buon vantaggio nei confronti dell'ultima kermesse, è interessante capire come è stato stravolto il capitolo certificazioni, prendendo in analisi il numero di copie certificate. A tre settimane di distanza dall'inizio del Festival di Sanremo 2025, i brani certificati sono 5, con un solo disco di platino: quello di Balorda Nostalgia di Olly. Facendo un passo indietro, con solo 100mila copie certificate in più, il Festival di Sanremo 2024 aveva certificato 10 brani, di cui 4 dischi di platino: Tuta Gold di Mahmood, La Noia di Angelina Mango, Sinceramente di Annalisa e I p' me, tu p' te di Geolier. Nella stessa settimana arrivava il settimo disco di platino per Superclassico di Ernia e il quinto platino di Tango di Tananai, a un anno dalla presentazione sanremese. Facendo ancora un passo indietro, a un mese dalla fine di Sanremo 2023, 14 canzoni in gara avevano ottenuto certificazioni con Cenere di Lazza, Supereroi di Mr. Rain e Due Vite dischi di platino.

Ma l'elemento che potrebbe cambiare la narrazione principale, che vede l'ultima edizione di Sanremo come la meno streaming-oriented degli ultimi anni, è il numero di certificazioni ricevute da singoli, non sanremesi, dal cambio di soglie FIMI, entrato in vigore il 1° gennaio 2025. In tre mesi, l'unico brano non sanremese ad aver ricevuto una certificazione FIMI è Gli sbandati hanno perso di Marracash, contenuto in È finita la pace. È chiaro come, rispetto a questo dato, le certificazioni sanremesi assumano tutt'altro valore e la narrazione, rispetto al successo o meno di questo Festival di Sanremo, possa essere influenzata dalla mancanza di questi "premi" per il cambio soglie. Sarà interessante, a fine anno, capire quale sarà il dato dei singoli certificati FIMI: solo nel 2024, tra singoli e album, erano stati certificati 1749 progetti.

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