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Perché non devo darti dello stronzo #2

Continuiamo la rassegna dei tipi di ‘stronzo’ che passano nelle nostre vite, e dei poteri che scegliere una parola più precisa ci dà.
A cura di Giorgio Moretti
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Scegliere di dire ‘stronzo’ può essere gagliardo, ma spesso pecca di superficialità, e impedisce di penetrare meglio la realtà – che con un pensiero in più potrebbe risultare radicalmente diversa, oltre che gestibile in maniera più facile e appropriata. Perciò è importante squadernarne gli iponimi, cioè tutte quelle parole più esatte che possono essere ricomprese nel concetto generale di ‘stronzo'.

Burbero

Il burbero è scostante, brontolone: pare non sappia che cosa sia la cordialità – o che non gliene possa importare di meno d’esser cordiale. Ciò nonostante, non è un vero stronzo. Sotto la sua ruvida scorza nasconde una tenerezza e una cura inaspettate, forse un cuore d’oro. Al burbero vanno lasciati i suoi spazi, ma si può star sicuri che non sarà né meschino né sleale.

Scortese

Scegliere questa parola significa toccare una corda profonda della nostra cultura: lo scortese è l’antitesi del cavaliere. La sua mancanza di garbo e gentilezza denuncia lo sprezzo verso consuetudini sociali e i modi più raffinati, oltre che una profonda incomprensione del rispetto.
Il suo atteggiamento può essere dettato da inclinazioni diverse: ma che sia per maschia rudezza o per egocentrismo incurante, poco importa.

Sprezzante

Quando qualcuno, come fa lo sprezzante, mostra di non rispettare il valore delle cose e delle persone, è facile bollarlo come stronzo. Ma attenzione: fare lo sforzo di usare questa parola dà un potere preciso. Essa descrive un atteggiamento specifico: nel momento in cui è nominato, lo sprezzo si ritorce contro lo sprezzante – che infatti si guadagna disprezzo. Se non è magia questa…

Opportunista

Perfino le metafore marinaresche ci vengono in soccorso per permetterci un pensiero più potente. Il latino opportunus (da cui ‘opportuno’), è composto da ob ‘verso’ e portus ‘porto’. L’opportunista è lo stronzo che con somma furbizia sa bene aggiustare le vele della sua barca al cambiare dei venti per raggiungere il porto. Ha uno scopo chiaro: e non c’è compromesso spregiudicato che non percorre, non c’è danno che non infligge, se al suo tornaconto questo conviene.
Che ce ne viene a chiamarlo col suo nome? Be', ha lo stesso effetto di quando qualcuno accende la luce in cucina mentre sto mangiando la Nutella di nascosto, al buio.

Conoscere e usare la parola giusta è come conoscere e usare la giusta formula magica. Andare avanti a suon di ‘stronzo' è tanto crudo quanto debole.

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Nato nel 1989, fiorentino. Giurista e scrittore gioviale. Co-fondatore del sito “Una parola al giorno”, dal 2010 faccio divulgazione linguistica online. Con Edoardo Lombardi Vallauri ho pubblicato il libro “Parole di giornata” (Il Mulino, 2015).
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