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Opinioni

Perché le classifiche dei migliori libri dell’anno sono inutili

In Italia, dice l’Istat, i lettori sono sempre meno. Per questo non segnaleremo le migliori uscite del 2016, ma auguriamo a tutti un 2017 in cui riuscire a ritagliarsi del tempo per leggere dei buoni libri.
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Per quest'anno abbiamo deciso di non proporre un articolo sui libri del 2016, né una classifica di qualità o dei lettori. Il motivo è semplice: in Italia il pubblico dei lettori non esiste più. O almeno, è sempre meno numeroso. Non siamo noi a dirlo, ma l'Istat:

Si stima che il 42% delle persone di 6 anni e più abbia letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti l'intervista per motivi non strettamente scolastici o professionali. I "lettori forti", cioè le persone che leggono in media almeno un libro al mese, sono il 13,7% dei lettori, mentre quasi un lettore su due si conferma "lettore debole", avendo letto non più di tre libri in un anno.

Eppure, ogni dicembre, fioccano articoli su giornali e riviste relativi ai libri migliori pubblicati nei dodici mesi precedenti. Pezzi come "I migliori libri del 2016", oppure "I romanzi più amati dai lettori" riempiono le nostre bacheche di cittadini affamati di informazioni culturali. Un lavoro in un certo senso dovuto, di servizio. Tuttavia c'è da chiedersi a cosa serva l'ipertrofica pubblicazione di questi résumé, soprattutto sarebbe interessante scoprire quanti italiani decidono poi di recarsi in libreria, o su un sito di e-commerce, per acquistare (e leggere) uno di questi libri segnalati.

Nessuno o quasi, almeno a leggere le ultime statistiche fornite dall'Istat. Il che vuol dire che gli articoli sui libri dell'anno si rivolgono a un numero molto ristretto di persone, a quel 13,7% (cioè meno di un quarto) del 42% degli italiani (cioè meno della metà) che ogni anno leggono almeno un libro. In pratica, una nicchia di persone avvedute (i giornalisti culturali) scrive per una nicchia di lettori avveduti, segnalandogli libri più o meno di nicchia scelti secondo il proprio gusto, che nella migliore delle ipotesi generano polemiche attorno alla mancata parità di genere, di razza, al fatto che sono presenti troppi libri di stranieri e pochi di italiani. O viceversa. Un vuoto chiacchiericcio, insomma, un balsamo per piccole cerchie in un'epoca da far tremare le vene dei polsi. In proposito, ritornano alla mente le famose parole di Antonin Artaud:

Mai come oggi si è parlato tanto di civiltà e di cultura, quando è la vita stessa che ci sfugge. (…) La cosa più urgente non mi sembra dunque difendere una cultura, la cui esistenza non ha mai salvato nessuno dall’ansia di vivere meglio, e di avere fame, ma estrarre da ciò che chiamiamo cultura, delle idee la cui forza di vita sia pari a quella della fame.

La forza della fame, diceva Artaud, è ciò che manca alla cultura oggi. Al contrario, spesso e volentieri, le campagne istituzionali volte a promuovere la lettura si configurano come vuoti simulacri intrisi di retorica, che hanno il duplice difetto di mitizzare l'oggetto-libro in sé (come se un volume di ricette fosse la stessa cosa di un romanzo di Dostoevskij) e, al contempo, di creare diffidenza nei suoi confronti, confinandolo a "cibo per la mente" privo di contatto con la realtà in cui ognuno di noi è immerso. C'è poi da evidenziare quanto, negli ultimi decenni, abbia pesato l'assenza della politica che ha scelto di non investire in questo settore, affidando ogni decisione al mercato e generando una caccia senza tregua al successo istantaneo e al caso letterario che, per sua natura, è volatile. Bisognava creare i lettori, non i consumatori di libri. E poi, scusate, in un paese dove l'ultimo romanzo letto dall'insegnante di lettere medio è "I promessi sposi", che speranza abbiamo di riuscire nell'impresa di suggerire quali libri pubblicati quest'anno dovrebbero leggere gli italiani?

Per tutte queste ragioni, non proporremo una classifica coi migliori libri del 2016. Naturalmente, continueremo per tutto l'anno venturo a parlare di libri, a farlo coi loro autori, a indagare i temi che essi indagano e il loro rapporto con i tempi che stiamo vivendo. Ma per oggi no, non ce la sentiamo. Sentiamo, però, il dovere di augurarvi (e augurarci) un 2017 in cui riuscire a ritagliarsi del tempo per leggere. Con la speranza di ritrovarci qui a dicembre prossimo per discutere insieme su quali siano stati i libri che più abbiamo amato nell'anno che sta per iniziare.

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Scrittore, sceneggiatore, giornalista. Nato a Napoli nel 1979. Il suo ultimo romanzo è "Le creature" (Rizzoli). Collabora con diverse riviste e quotidiani, è redattore della trasmissione Zazà su Rai Radio 3.
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