Perché Ken il Guerriero è ancora attuale a 40 anni dalla prima pubblicazione
“Tu sei già morto”. È con queste parole che Ken il Guerriero è diventato un’icona dell’immaginario pop globale. In occasione dei 40 anni dal suo debutto nella televisione giapponese, Amazon Prime Video ha accolto nel suo catalogo tutti i 109 episodi che compongono la prima stagione della serie animata. Un’opportunità davvero preziosa per riscoprire o guardare per la prima volta un’opera che ancora oggi si rivela attuale per le tematiche che porta. Il 14, 15 e 16 ottobre, inoltre, torna al cinema anche Ken il guerriero – Il film in una tre giorni evento sul grande schermo.
Il mondo violento di Ken il Guerriero
Tratto dal manga realizzato da Buronson e Tetsuo Hara, l’anime di Ken il Guerriero venne trasmesso per la prima volta nel 1984 su Fuji TV, storica emittente privata giapponese. Per l’esordio dell’edizione italiana, avvenuto via reti televisive locali, occorrerà attendere il 1987. A tal proposito, vale la pena menzionare la sigla scritta da Lucio Macchiarella su musica di Claudio “Spectra” Maioli, ancora oggi intramontabile soprattutto tra i millenial. Ken il Guerriero racconta il viaggio di Kenshiro, un combattente della Sacra Scuola di Hokuto, in una Terra post-atomica dominata dai predoni. Difende i più deboli dal crudo sadismo dei nemici grazie a particolari tecniche di arti marziali che causano esplosioni corporee tramite la pressione di punti segreti.
Un pretesto per dare il via a un turbinio di scene di combattimento con teste esplose, mascelle spaccate, pugni a raffica e sangue, tanto sangue. Spesso, però, l’incontro di un avversario si trasforma in un confronto etico, in cui emergono dilemmi e conflitti interiori di grande peso. Di conseguenza, la violenza in Ken il Guerriero non è mai mera spettacolarizzazione, ma simbolo di sacrificio e redenzione. È proprio questo peculiare mix di azione violenta e profondi valori morali ad aver reso immortale una serie del genere, che nel corso dei decenni si è dimostrata capace di saper conquistare i giovani e le giovani di tutto il mondo, e non solo.
L’eredità di Ken il Guerriero, 40 anni dopo
Negli anni, il carattere dark e violento di Ken il Guerriero ha influenzato autori giapponesi del calibro di Kentaro Miura (Berserk), Hirohiko Araki (Le bizzarre avventure di JoJo) e Makoto Yukimura (Vinland Saga). Persino uno dei videogiochi più violenti di sempre, il noto picchiaduro Mortal Kombat, ha preso ispirazione da Kenshiro per le “fatality”, le caratteristiche mosse della serie che chiudono il round finale in modo brutalmente spettacolare. Non è dunque un caso se Ken il Guerriero è considerata dalla critica una delle opere giapponesi più impattanti di tutti i tempi.
Quando nasce Ken il guerriero
C’è anche da sottolineare quanto sia attuale, nonostante siano trascorsi decenni dalla prima messa in onda dell’anime. Ken il Guerriero nasce infatti durante la Guerra fredda, in un periodo in cui il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan aveva deciso di avviare il riarmamento nucleare per contrastare l’Unione Sovietica in seguito a una fase di disgelo della presidenza precedente. Allora riemerse nel mondo lo spettro di una guerra nucleare, un incubo troppo angosciante per il Giappone, unico Paese al mondo ad essere stato colpito da due bombe atomiche nel 1945, al culmine della Seconda Guerra mondiale. In Ken il Guerriero il trauma diventa di nuovo realtà, con la nascita di un nuovo mondo senza colori e senza pace, in cui i più forti banchettano sui più deboli. Quarant’anni più tardi, l’incubo di una guerra nucleare resta vivido a causa dell’attuale situazione geopolitica internazionale. Almeno nel mondo di Ken il Guerriero un faro di speranza c’è, rappresentato da Kenshiro, in quello reale bisogna ancora capire se qualcuno “mai spezzerà le nostre catene”.