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Perché in Italia i ballerini vanno in pensione a 47 anni come Roberto Bolle?

Il più famoso ballerino italiano, Roberto Bolle, ha dichiarato che nel 2022, all’età di quarantesette anni, andrà in pensione. Da Carla Fracci a Rudolf Nureyev, a che età i grandi danzatori della storia hanno smesso di calcare le tavole del palcoscenico? E perché da noi vanno in pensione così presto, rispetto a un normale lavoratore?
A cura di Redazione Cultura
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Roberto Bolle va in pensione. Ad annunciarlo ieri in un’intervista a Sky Tg 24, il famoso danzatore: “I ballerini vanno in pensione a 47 anni” ha dichiarato. Primo della storia ad essere Étoile del Teatro alla Scala di Milano e Principal Dancer dell’American Ballet Theatre di New York, Roberto Bolle è una delle personalità più influenti e in vista del mondo dello spettacolo, capace di riportare al centro dell’attenzione mediatica la danza classica. Tuttavia nel 2022 maturerà il diritto alla pensione anticipata poiché, con ogni evidenza, ne ha maturato i requisiti. La domanda che molti si fanno è: come mai i ballerini possono andare in pensione a un'età così precoce?

Da Carla Fracci a Rudolf Nureyev: l'età da pensione dei grandi ballerini

1967 MILANO - CARLA FRACCI SALUTA MARGOT FONTEYN E RUDOLF NUREYEV ALLA SCALA
1967 MILANO – CARLA FRACCI SALUTA MARGOT FONTEYN E RUDOLF NUREYEV ALLA SCALA

Di certo la scelta di andare in pensione ha riguardato molti grandi ballerini del passato, ottenendo risposte diverse. Nel 2007, l'etoile Alessandra Ferri si è ritirata, a 44 anni, esibendosi per l’ultima volta a Taormina. Chi, invece, non ha smesso mai di ballare è stata Carla Fracci, che ha superato gli ottanta anni sempre ballando. D'altro canto la Fracci è stata una straordinaria ballerina anche per i limiti che ha cercato continuamente di valicare, come il fatto di essere andata sul palco incinta di cinque mesi. Anche Rudolf Nureyev, il primo che notò il talento di un Roberto Bolle appena 15enne, danzò per l'ultima volta soltanto pochi mesi di morire, firmando un’ultima coreografia all’Opera di Parigi e ricevendo sul palco l’ultimo applauso. Tuttavia, la legge parla chiaro e Roberto Bolle nell'intervista di ieri ha chiarito perché un ballerino in Italia, laddove ne ha maturato i requisiti, può andare in pensione così giovane.

Perché i ballerini vanno in pensione a 47 anni

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Secondo l'ordinamento pensionistico che riguarda i ballerini e tersicorei, che rientrano nella categoria dei lavoratori iscritti al "Fondo pensioni per lavoratori dello spettacolo e sportivi professionisti", i ballerini maturano il diritto alla pensione di vecchiaia quando il lavoratore possa far valere almeno 20 anni di contribuzione. I ballerini e tersicorei, infatti, conseguono il diritto alla pensione "quando siano trascorsi almeno 20 anni dalla data iniziale dell’assicurazione al fondo e risultino versati un numero di contributi giornalieri effettivi in costanza di lavoro, esclusivamente con la qualifica di tersicoreo o ballerino, pari a 2.400 giornate."

Nei confronti degli iscritti ai fondi FPLS e FPSP, per i quali sono previsti requisiti diversi da quelli vigenti nell'Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), e dei lavoratori appartenenti alle categorie dei ballerini e tersicorei è stato adottato, con decreto del Presidente della Repubblica 28 ottobre 2013, n. 157, il regolamento di armonizzazione previsto dall'articolo 24, comma 18, decreto-legge 201/2011, convertito con modificazioni, dalla legge 214/2011.

Nel periodo tra il 1° gennaio 2012 e il 31 dicembre 2013, nelle more dell'emanazione del citato decreto di armonizzazione, i requisiti in favore delle categorie di lavoratori sono rimasti quelli vigenti prima dell'entrata in vigore della nuova disciplina pensionistica introdotta dalla legge 214/2011 e incrementati, per l'anno 2013, degli adeguamenti alla speranza di vita di cui all'articolo 22, decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78 convertito dalla legge 30 luglio 2010, n. 122.

Secondo quanto previsto dalla legge, dunque, coloro che svolgono attività lavorativa con la qualifica di ballerini, tersicorei, coreografi e assistenti coreografi (Gruppo Ballo), tra cui ricade una grande stella del mondo della danza come Roberto Bolle, ma che – val la pena ricordarlo – è una tutela a difesa di moltissimi ballerini e ballerine meno famose, che stressano il proprio corpo per decenni, "possono accedere alla pensione di vecchiaia anticipata con almeno 20 anni di assicurazione e di contribuzione (a regime 2.400 contributi giornalieri per prestazioni di lavoro nel campo dello spettacolo), se in possesso dei seguenti requisiti anagrafici. Che, nel periodo che va dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2020, per esempio, corrisponde a 46 anni e 7 mesi. Motivo per cui, compiuti 47 anni nel 2022, essendo in possesso dei requisiti di legge, anche Bolle maturerà il diritto ad andare in pensione. Pur tuttavia, come ha lasciato intendere nella stessa intervista, qualcosa ci dice che il ballerino più famoso al mondo continuerà a calcare le tavole del palcoscenico e dello spettacolo anche superata quell'età.

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