Perché le opere di Botero rappresentano soggetti voluminosi: “Non dipingo donne grasse, ma volumi”
Fernando Botero è l'artista colombiano più famoso al mondo. Anzi è uno degli artisti più famosi e iconici al mondo. I suoi quadri e le sue sculture caratterizzata dall'espansione delle forme dei soggetti ritratti e scolpiti ne hanno fatto un artista dallo stile unico, descritto spesso con l'aggettivo "voluttuoso" riferito soprattutto alle forme dei protagonisti e delle protagoniste delle sue opere. Chiunque vede un suo quadro sa che è "un Botero", grazie a quelle forme e ai colori, infatti, l'artista ha avuto una spinta pop che lo ha reso noto anche a chi non è esperto di arte contempoiranea. Nelle sue interviste ha spiegato più volte il perché della scelta di questa caratteristica, meravigliandosene anche pensando alla pittura da cui ha tratto ispirazione.
In un'intervista a Euronews, per esempio, l'artista, scomparso oggi, a 91 anni, a causa di una polmonite, spiegava così la sua idea di volume: "Il volume è realtà. È una maniera di esprimere una certa sensualità, una certa plasticità. È stata la principale rivoluzione nell’arte. Si è voluto creare, su di una superficie piana, l’idea di spazio, l’idea che oggetti con volume esistano su tela. Ciò che io ho fatto poi è stata una straordinaria rivoluzione. È soprattutto qualcosa che esprime la sensualità delle forme. Ciò che si prova quando si guarda un quadro. Almeno questo è quello che provo io. È il mio modo di essere, di avere una riflessione sull’arte. Credo che il volume sia un elemento fondante, plastico e sensuale nella pittura".
Questa idea di volume derivava dall'arte antica, ma l'artista colombiano era riuscito a personalizzarla: "Ho iniziato a creare con grande interesse nel volume. Di forma intuitiva. Ero soddisfatto di creare forme piene. Poi con lo studio della storia dell’arte, delle opere e degli artisti del ’300 e ’400 italiano come Giotto, Masaccio, Piero della Francesca, di tanti artisti come Paolo Uccello, sono riuscito a razionalizzare l’importanza del volume nella pittura – continuava nell'intervista a Euronews -. La mia opera deriva da tante cose: l’arte etrusca, quella precolombiana, quella popolare. È un misto, una specie di cocktail che si forma nella mia mente. Ma quando la gente guarda gli viene in mente un solo nome: Botero. Questo è un Botero e non c‘è bisogno di aggiungere altro. È un’opera solo mia. Ovviamente se uno cerca però, incontra tante altre cose mischiate in queste opere".
E guai a parlare di "grassezza" come qualcuno ha fatto negli anni. Botero rifuggiva qualsiasi riferimento del genere, preferendo parlare di voluminosità, appunto. Lo spiegò anche in un"intervista a El Mundo: "Non dipingo donne grasse. Nessuno mi crede ma è vero. Quello che dipingo sono volumi. Quando dipingo una natura morta dipingo anche con volume, se dipingo un animale è volumetrico, anche un paesaggio – ha detto al quotidiano spagnolo -. Mi interessa il volume, la sensualità della forma. Se dipingo una donna, un uomo, un cane o un cavallo, lo faccio sempre con questa idea del volume, non è che ho un'ossessione per le donne grasse".