Parigi, trovato in soffitta un Caravaggio autentico
È stato mostrato oggi alla stampa, per la prima volta, un quadro raffigurante Giuditta che decapita Oloferne: la tela è stata ritrovata nella soffitta di un’abitazione nella regione francese di Toulouse nel 2014, nascosta in una intercapedine, durante i lavori per una perdita d’acqua. La scoperta, tenuta segreta fino ad oggi, potrebbe passare alla storia: secondo le prime perizie effettuate dagli esperti infatti, si tratterebbe di un’opera di Caravaggio.
Il quadro, un olio su tela che rappresenta il celebre episodio biblico di Giuditta che decapita Oloferne, è stato già analizzato dagli esperti della società Eric Turquin, che non hanno dubbi: l’opera è autentica. Databile fra 1600 e 1610, Caravaggio l’avrebbe dunque dipinta negli ultimi anni di vita. Esiste già un’altra versione del quadro attribuita al famoso artista, realizzata a Roma nel 1599 e conservata nella Galleria Nazionale d'arte antica di Palazzo Barberini. Un'altra, datata 1607, è esposta a Napoli, a Palazzo Zevallos, ed è ritenuta una copia dell’originale, ad opera del fiammingo Louis Finson.
È previsto, nei prossimi mesi, l’intervento degli esperti del museo del Louvre, che avranno il compito di autenticare definitivamente l’opera. Se l’ipotesi, peraltro già accertata dai membri del team di Eric Turquin, venisse confermata, si avrebbe a che fare con un’opera del valore di oltre 120 milioni di euro.
In attesa delle ultime conferme, il Ministero della Cultura francese ha disposto il divieto assoluto di esportarlo all’estero per trenta mesi, dichiarando il quadro “tesoro nazionale”. Secondo la stampa francese, il museo del Louvre sarebbe già partito alla ricerca di finanziamenti privati per acquistare l’opera.
L’autenticazione
L'attribuzione a Caravaggio sarebbe confermata proprio dalla copia dell'epoca realizzata da Louis Finson, appartenente alla collezione del Banco di Napoli ed esposta al Palazzo Zevallos. L'esistenza di quest’altra versione del quadro infatti, sarebbe nominata proprio nel testamento del pittore fiammingo che, nato a Bruges, trascorse alcuni anni a Napoli tra il 1600 e il 1610, quando anche Caravaggio si trovava nella città partenopea.
Secondo le ricostruzioni storiche, un antenato della famiglia proprietaria della casa aveva seguito, come ufficiale, Napoleone in Italia. Giunto in Francia, il dipinto sarebbe rimasto sempre in quel luogo, nel più completo oblio. “E oggi si presenta in uno stato di conservazione eccezionale”, hanno assicurato gli esperti di Eric Turquin in conferenza stampa.
Un episodio ricorrente
L’episodio di Giuditta e Oloferne è un topos della pittura europea fra Cinque e Seicento. Oltre a Caravaggio, Artemisia Gentileschi, Tiziano Vecellio, Valentine de Boulogne e Lucas Cranach hanno rappresentato l’efferata decapitazione del condottiero assiro da parte della vedova ebrea Giuditta.
Nella rappresentazione caravaggesca Giuditta è raffigurata mentre uccide Oloferne con una scimitarra, mentre alla scena assiste una vecchia serva che sorregge con le mani il drappo contenente il cesto nel quale andrà conservata la testa. Nel nuovo dipinto rinvenuto a Toulouse la donna è vestita di nero, e non di bianco come nella versione più famosa, e ha un inquietante sguardo frontale.