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Parigi, Notre Dame cade a pezzi: servono 150 milioni di euro per salvare la cattedrale

La diocesi parigina ha avviato una raccolta fondi per rimettere a nuovo una delle icone francesi nel mondo, a cui si aggiungeranno i contributi statali. Entro il 2020 saranno messi in sicurezza tutti gli archi e i celebrati gargoyle.
A cura di Redazione Cultura
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Inquinamento, affollamento e così Notre Dame, la cattedrale simbolo di Parigi e dell'intera Francia, cade a pezzi. La struttura di archi e gargoyle, che ha raggiunto ormai quasi i 900 anni, non riesce più a reggere il peso di tutti i turisti e degli agenti atmosferici che la colpiscono quotidianamente. E così il cardinale André Vingt-Trois ha deciso di avviare una raccolta fondi che punta quota 100 milioni di euro per rimettere a nuovo una delle icone europee nel mondo.

L'obiettivo è rimettere in sesto la facciata, decisamente avvizzita, della cattedrale che tronegga sull‘Île de la Cité, dove gli ultimi lavori di un qualche rilievo sono stati realizzati negli anni Novanta del ventesimo secolo. Ma i numeri, nonostante la paura del terrorismo abbia ridotto l'appeal della Francia e di Parigi in generale, raccontano di 14 milioni di presenze l'anno in questa cattedrale capolavoro dell'arte gotica, dove ormai cadono pezzi di pietra delle antiche statue e dei meravigliosi gargoyle che hanno creato dei depositi per strada.

L'unica possibilità per salvare il prezioso monumento, dunque, passa dalla raccolta fondi messa in campo dalla chiesa francese a cui si aggiungeranno alcuni aiuti statali. La scorsa primavera, infatti, lo Stato Francese e la diocesi hanno firmato un'intesa mirata ad avviare un piano di restauro ventennale, che dovrà portare importanti interventi anche alla guglia e, in seguito, al capocroce e al transetto, all'interno.

La stima di spesa complessiva è dell'ordine dei 150 milioni di euro. Lo Stato, che già oggi dà a Notre Dame 2 milioni di euro all'anno, porterà il suo contributo fino a un massimo di 4, in misura proporzionale ai fondi che la Chiesa riuscirà a ottenere. In altre parole, un tetto di 60 milioni di fondi pubblici, al lordo dei 30 che arriverebbero comunque, al quale dovrebbe essere aggiunta una cifra dell'ordine di quella che la chiesa spera di raccogliere.

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