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Parco Tuvixeddu aperto tutto l’anno: la necropoli punica più grande del Mediterraneo

Da sabato il Parco Archeologico di Tuvixeddu resterà aperto tutto l’anno. Ad annunciarlo il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda: l’area accessibile ai sardi e ai turisti raddoppierà fino a 5 ettari.
A cura di Redazione Cultura
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Da sabato 13 in avanti il Parco Archeologico di Tuvixeddu resterà aperto tutto l'anno. Ad annunciarlo il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, che in prossimità dell'apertura ha parlato anche del raddoppiamento dell'are accessibile ai sardi e ai turisti. L'area dell'importante sito archeologico, infatti, raddoppierà portandosi da 2,5 ettari a ben 5. L'attrazione principale sarà la tomba dedicata alla divinità punica del Sid.

In questo modo turisti e visitatori potranno rendersi conto da vicino del fascino-archeologico e paesaggistico della necropoli fenicio punica più grande del Mediterraneo. Tutto sarà pronto per sabato, in occasione della prima giornata di "Monumenti aperti". Il sindaco Zedda, insieme all'assessore della Cultura Paolo Frau, ha dichiarato che:

L'intera area sarà a disposizione ogni giorno. Prevista per il futuro l'apertura di una zona ristoro, accessi sul versante Sant'Avendrace e parcheggi.  Si tratta di un patrimonio unico e inestimabile. Ci sono le condizioni perché diventi uno dei parchi segnalati dal Paese come luogo visitabile accanto alle grandi città d'arte, da Roma alla Valle dei Templi.

Necropoli di Tuvixeddu: Il "colle dei piccoli fiori"

La necropoli di Tuvixeddu è la più grande necropoli punica esistente. Si trova a Cagliari, all'interno della città, lungo tutto il colle di Tuvixeddu, ed è ricompresa fra il rione lungo il viale Sant'Avendrace e quello di via Is Maglias. L'area archeologica è molto ampia, nell'antichità si espandeva su una superficie di 80 ettari che dalla laguna di Santa Gilla arrivava fino a Via Is Maglias e da Viale Sant'Avendrace fino a viale Merello. La parola "tuvixeddu" sta a significare in sardo "colle dei piccoli fori", dal termine sardo "tuvu" per "cavità", dovuto proprio alla presenza delle numerose tombe scavate nella roccia calcarea.

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