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Paolo Cognetti racconta il TSO: “Mi hanno legato al letto, sparato un siringone sulla coscia, ho pensato al suicidio”

Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega 2017 con “Le otto montagne,” ha raccontato la sua recente esperienza con la depressione e il trattamento sanitario obbligatorio (TSO).
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Paolo Cognetti, celebre autore vincitore del Premio Strega 2017 per il romanzo "Le otto montagne," ha rivelato in un'intervista a "Le Iene", in onda domenica 12 gennaio, le sfide personali affrontate nell'ultimo anno. In un dialogo sincero, Cognetti ha parlato del trattamento sanitario obbligatorio (TSO) subito nel gennaio 2024, un episodio che descrive come traumatico e probabilmente illegale. "Mi hanno diagnosticato un disturbo bipolare," spiega, sottolineando come le fasi depressive siano state le più dure da gestire, portandolo a pensieri suicidi.

Paolo Cognetti mostra la bottiglia di Whisky vuota: "Questa mi serve per ricordare"
Paolo Cognetti mostra la bottiglia di Whisky vuota: "Questa mi serve per ricordare"

Il racconto di Paolo Cognetti

Paolo Cognetti vive in una casa senza corrente, essenziale e spoglia. C'è una bottiglia di Whisky vuota: "È qui per ricordarmi". Poi spiega: "È un buon momento, sto lavorando su qualcosa di nuovo". E raccconta: "Mi hanno diagnosticato un disturbo bipolare, che significa avere due fasi: una fase maniacale e una fase depressiva". Paolo Cognetti descriva uno dei suoi episodi:

Il cervello accelera, inizia a parlare a mille all'ora. Ero sul divano a delirare, sono un non violento. La mia compagna di allora mi chiede di andare al pronto soccorso. Mi rendo conto di essere trattato come un matto. […] Non ero pericoloso, ma mi hanno trattato come tale, somministrandomi farmaci senza spiegazioni. Mi hanno fatto un siringone sulla coscia senza sapere cosa fosse. […] Il TSO funziona così: il medico lo richiede, il sindaco lo deve approvare. Mi hanno sollevato e caricato in ambulanza, questo credo fosse legale, perché era stato dichiarato il TSO. Una delle prime cose per capire che sta arrivando un momento del genere è il sonno. Non hai più sonno. Anche la fame non c'è più. Ho iniziato a scrivere e in tre giorni ho scritto 60-70 pagine. Da quel punto di vista, è una figata.

I pensieri suicidi

Paolo Cognetti ha poi raccontato la fase depressiva: "I pensieri suicidari sono molto comuni nella fase depressiva. Volevo appendermi a quella trave. Quest'estate non mi hanno mai lasciato solo". Ha spiegato: "C'è un momento in cui qualcosa è cambiato, c'è, ma non te lo dico". Lo scrittore spiega: "Dell'amicizia non se ne parla mai. L'otto montagne parla di questo. Quando si trova quel sentimento lì nel libro e nel film (Le otto montagne, ndr), tutti ne sono commossi". Oggi, lo scrittore sta cercando di vivere senza l'ausilio di farmaci, sperando in una vita più naturale e libera dalle dipendenze chimiche.

Gli antidepressivi sono una vera merda. Uno ti fa venire fame, mi è salita la glicemia a manetta perché mangiavo solo dolci. Ambisco a vivere senza farmaci. Non sono un no-vax, ma vorrei riuscire a vivere senza i farmaci.

Alla fine dell'intervista, Cognetti parla del futuro. Il "ciclo della montagna" sembra essersi concluso, ma nuovi progetti e storie lo attendono.

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