Pablo Neruda è stato assassinato: lo conferma il governo cileno
Pablo Neruda muore in una clinica di Santiago del Cile il 23 settembre 1973. A distanza di quarant'anni la sua morte rimane ancora una pagina oscura, che sembra però aver trovato un pizzico di luce per fare verità: il ministero dell'Interno cileno ha infatti presentato un dettagliato rapporto sulla morte del poeta, che sarebbe stata causata, si legge nel resoconto pubblicato dal quotidiano spagnolo El Pais, da un'iniezione o da una sostanza velenosa ingerita nella clinica dove era ricoverato. Dunque non il cancro alla prostata della versione ufficiale avrebbe ucciso Neruda, ma una mano interessata a farlo tacere per sempre. Il documento risale al marzo scorso, e viene rivelato ora da El Pais. La conferma: "è altamente probabile che un intervento di terzi sia stato la causa della morte del poeta e premio Nobel".
Neruda muore il 23 settembre 1973. Un anno emblematico quello del '73 per il Cile: l'11 settembre, poco più di dieci giorni prima della morte del poeta quindi, si assiste al colpo di Stato del generale Augusto Pinochet, che segna la fine del governo democratico di Salvador Allende e l'inizio di una dittatura sanguinaria che durerà fino agli anni '90. La morte di Pablo Neruda e l'esperienza dittatoriale cilena sono intimamente connesse: per tutta la vita infatti Neruda era stato poeta profondamente politico, sia nei versi che nella concreta attività nel Partito Comunista cileno. Quando alla fine degli anni '40 l'allora presidente Gonzàlez Videla trasforma il suo governo sempre più in senso autoritario, Neruda non tace, e per questo pagherà un prezzo molto alto: esiliato dal Cile, vi ritornerà nell'agosto del 1952, quando il Partito Socialista candida Salvador Allende e richiede il rientro in patria di Neruda. Ecco, è da questi dettagli, dalla vita politica esiliata ma mai sottomessa, dall'amicizia con il marxista Allende e dalla poesia mai solo d'amore ma anche di lotta, che si comprende anche la morte del poeta Pablo Neruda: quando quell'11 settembre Pinochet rovescia il governo, Neruda decide di lasciare il Cile per spostarsi in Messico.
Ma il giorno prima della sua partenza, il premio Nobel viene ricoverato in una clinica di Santiago. Ufficialmente, un'ufficialità piena di ombre e di dubbi, Neruda sarebbe morto sei ore dopo il ricovero per l'aggravarsi del cancro alla prostata di cui era malato. Ma il rapporto reso pubblico in queste ore svela un'altra verità, peraltro già ipotizzata da tempo: nella clinica gli sarebbe stata praticata un'iniezione o il poeta avrebbe ingerito una sostanza che ne avrebbe accelerato la morte. Ucciso per mano di terzi, per evitare che arrivasse in Messico dove si vociferava di un nascente movimento politico in opposizione al regime di Pinochet.
Il mistero sulla morte di Neruda è sempre stato oggetto di dibattito e di numerose ipotesi: nel 2013 il corpo del poeta era stato riesumato, ma sulla salma non erano state trovate tracce di veleno. All'inizio del 2015 però l'inchiesta viene riaperta: Manuel Araya, assistente personale del poeta e testimone dei suoi ultimi giorni, aveva già affermato in passato che Neruda venne ucciso perché "a Pinochet conveniva liberarsi di un militante rosso". Ora, stando al rapporto del governo cileno, questa non sarebbe più solo un'ipotesi.
Sempre Araya racconta una versione dei fatti notevolmente diversa da quella ufficiale: il giorno della partenza per il Messico, la moglie di Neruda, Matilde Urrutia, era in viaggio con Araya verso Isla Negra per recuperare le ultime cose prima di abbandonare il Cile, quando verso le quattro del pomeriggio ricevettero una telefonata di Neruda. Il poeta chiedeva loro di tornare indietro, molto preoccupato, aggiungendo che "mentre dormiva nella sua camera della clinica alcune persone erano entrate e gli avevano iniettato qualcosa nell'addome". Disse che "si sentiva male", continua Araya. Poche ore dopo Neruda era morto.
Questa è l'ultima poesia scritta da Neruda prima di morire, ed è intitolata "I satrapi". Dei versi inquietanti, chiari, senza bisogno di troppe parafrasi, che chiariscono il perché la morte di Neruda non sia ipotizzabile senza pensare a quel terribile 1973 e a tutto quello che ne è seguito.
Nixon, Frei e Pinochet
fino ad oggi, fino a questo amaro
mese di settembre
dell’anno 1973,
con Bordaberry, Garrastazu e Banzer,
iene voraci
della nostra storia, roditori
delle bandiere conquistate
con tanto sangue e tanto fuoco,
impantanati nei loro orticelli,
predatori infernali,
satrapi mille volte venduti
e traditori, eccitati
dai lupi di New York,
macchine affamate di sofferenze,
macchiate dal sacrificio
dei loro popoli martirizzati,
mercanti prostitute
del pane e dell’aria d’America,
fogne, boia, branco
di cacicchi di lupanare,
senza altra legge che la tortura
e la fame frustrata del popolo.