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L’Otello di Amos Gitai inaugura la stagione 2016-2017 del Teatro di San Carlo di Napoli

La tragedia lirica di Gioacchino Rossini compie duecento anni e torna nella natia Napoli con la regia di Amos Gitai e le scene di Dante Ferretti.
A cura di Massimiliano Craus
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L'Otello di John Osborn
L'Otello di John Osborn, ph. Francesco Squeglia

Il sipario stasera si aprirà sulle mirabili musiche di Gioacchino Rossini, esattamente duecento anni dopo la prima rappresentazione napoletana del Teatro del Fondo dove debuttò. In quella occasione non fu possibile portarlo in scena al Teatro di San Carlo per via di un incendio che l'aveva distrutto qualche mese prima. E così Otello torna in città con i suoi tre atti e la bacchetta di Gabriele Ferro nella ventitreesima edizione inscenata al Teatro di San Carlo nell'Ottocento prima di un'assenza perdurante nel Novecento e fino a quest'ultimo allestimento. E pensare che la seconda opera rossiniana del suo soggiorno napoletano fu commissionata da Domenico Barbaja che costrinse il compositore a star chiuso nello studio, senza permettergli di uscire, pur di finire in tempo la musica per il libretto di Francesco Maria Berio. Tuttavia la genesi di questo "Otello" è ben più arzigogolata di quanto si possa immaginare: l'opera infatti attinge solo in parte a "The Tragedy of Othello, the Moor of Venice", di William Shakespeare (soprattutto nel finale), più nitidi sono invece i riferimenti a "Othello, ou Le more de Venise", di Jean François Ducis, del 1792, e a un balletto, ispirato al testo di Ducis, "Otello ossia il Moro di Venezia", per la musica di Wenzel Roberto Gallenberg, rappresentato al Teatro di San Carlo nel 1807 e che Francesco Berio vide. Studi recenti hanno inoltre messo in luce la possibile influenza di "Otello", azione patetica in cinque atti del barone Giovanni Carlo Cosenza, rappresentato sempre a Napoli nel 1813.

Ecco la ventitreesima edizione sancarliana di "Otello"

La Desdemona di Nino Machaidze
La Desdemona di Nino Machaidze, ph. Francesco Squeglia

La direzione d’orchestra è stata affidata a Gabriele Ferro, già direttore musicale del Teatro di San Carlo dal 1999 al 2004, al suo debutto in Otello, grande esperto della musica di Rossini, con un bagaglio di esperienza che contempla più di 230 titoli affrontati durante la carriera. Questa nuova produzione, realizzata interamente dai Laboratori di Scenografia del Teatro di San Carlo, è l’occasione per la prima regia lirica di Amos Gitai, regista impegnato di origine israeliana, dalla quarantennale esperienza e più di cinquanta pellicole spesso presentate e apprezzate ai Festival cinematografici più importanti. I premi Oscar Dante Ferretti e Gabriella Pescucci hanno firmato rispettivamente scene e costumi mentre le luci sono curate da Vincenzo Raponi. Il cast conta interpreti acclamati dalla critica internazionale quali l'Otello di John Osborn, che si alterna a Sergey Romanovskynel, e la Desdemona di Nino Machaidze e Carmen Romeu su tutti, nonostante questa sia l’opera dei tre tenori in quanto i tre ruoli principali (Otello, Jago e Rodrigo) devono essere interpretati appunto da tre tenori. Durante la serata inaugurale il foyer del Teatro di San Carlo ospiterà un’esposizione curata da Bulgari-Italia le cui foto dei gioielli sono scaricabili al link https://we.tl/5nwTslrnYr nonché una statua raffigurante Gioacchino Rossini realizzata da Marcos Marin.

"Otello" in scena dal 30 novembre al 6 dicembre, duecento anni dopo la prima rappresentazione

Gioacchino Rossini in una statua di Marcos Marin
Gioacchino Rossini in una statua di Marcos Marin

Otello, africano al servizio dell'Adria (Venezia), vincitor ritorna da una battaglia contro i Turchi. U segreto matrimonio lo lega a Desdemona figlia di Elmiro Patrizio Veneto nemico di Otello, destinata in isposa a Rodrigo figlio del Doge. Jago, altro amante sprezzato da Desdemona, ed occulto nemico di Otello, per vendicarsi de' ricevuti torti, finge di favorir gli amori di Rodrigo; un foglio poscia da esso intercettato, e col quale fa supporre ad Otello rea d'infedeltà la consorte, forma l'intreccio dell'Azione, la quale termina colla morte di Desdemona, trafitta da Otello, indi con quella di se medesimo, dopo avere scoperto l'inganno di Jago, e l'innocenza della moglie.

Così leggiamo di "Otello" e proponiamo a piè pari in vista di una dichiarazione appassionata del Direttore Artistico del Teatro di San Carlo di Napoli Paolo Pinamonti:

Per questo nuovo allestimento Amos Gitai, una delle figure di spicco nel panorama artistico contemporaneo, architetto, regista cinematografico, sceneggiatore, scrittore, legato, anche per ragioni biografiche, ai terribili drammi dei conflitti odierni, ha cercato una lettura di attualità del dramma di una figura archetipica dell’immaginario letterario occidentale come Otello. Amos Gitai, è coadiuvato da Dante Ferretti per le scene e Gabriella Pescucci per i costumi, che danno forma ad una visione dello spettacolo che cerca in più punti di instaurare un ponte tra il 1816 e il 2016, tra le scene imponenti dei tre atti e costumi e proiezioni che evocheranno drammi moderni. Gabriele Ferro è un direttore di raffinatissima sensibilità musicale, che può apportare ad una partitura ricca e complessa come l’Otello la sottolineatura delle cangianti atmosfere sonore protoromantiche. La sua dimestichezza con Rossini, e con il Rossini serio, è una garanzia anche in termini di prassi esecutiva e di organici.

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