Orfeo ed Euridice al San Carlo di Napoli, coreografie di Karole Armitage
Karole Armitage, prima punk ballerina e poi coreografa della pop star Madonna, torna al Teatro di San Carlo di Napoli con un titolo cult del proprio repertorio. Da sempre artista all’avanguardia della coreografia newyorkese, la Armitage ha ovunque interpretato e diretto una tendenza coreutica sopra le righe, riuscendo tuttavia a miscelare sapientemente le rigorose linee neoclassiche con una innovativa tensione astratta. Doppio binario artistico e culturale per la vogue artist, peraltro già apprezzata ospite al Teatro di San Carlo con il collaudato titolo Orfeo ed Euridice, in scena dal 27 maggio al 4 giugno. La regina dell’avanguardia newyorkese ripropone dunque il suo lavoro coreografico in una purezza di linee che combacia perfettamente con le scene minimal di Brice Marden e i costumi essenziali di Peter Speliopoulos. Sul podio, alla guida di orchestra e coro stabili ci sarà Francesco Ommassini, veneziano, attualmente direttore musicale dell’Orchestra Regionale del Veneto Filarmonia veneta al suo debutto al San Carlo. Importante il cast vocale che sfoggia nel ruolo di Orfeo le voci di Daniela Barcellona e Marina De Liso mentre nel ruolo di Euridice si alterneranno Cinzia Forte e Alessandra Marianelli. Ad interpretare Amore Giuseppina Bridelli e Aurora Faggioli. La doppia anima della monella punk Armitage, allo stesso tempo anticonformista e ancorata alla tradizione, confluisce appieno nell'allestimento sancarliano dove i protagonisti Orfeo, Euridice e Amore, agiscono assieme ai ballerini (che qui diventano veri e propri doppi o anime danzanti) in un imponente flusso coreografico capace di coinvolgere solisti e masse nell'adozione di movimenti antinaturalistici e stilizzati. La messa in scena è dunque un lavoro sull'emozione pura, da cui scaturisce ogni singolo gesto riscoperto nella sua necessità essenziale, diametralmente opposto alla gestualità magniloquente cui spesso il mondo operistico fa ricorso.
La pop star Karole Armitage vista da Napoli
Uno dei più fedeli e rappresentativi interpreti dell’idea coreutica di Karole Armitage è il ballerino e coreografo napoletano Antonio Colandrea, già dal 1992 in perfetta simbiosi in occasione del titolo Happy Birthday Rossini, nel centenario della morta del compositore pesarese, in scena al Maggio Musicale Fiorentino. Il “blond man” Antonio Colandrea fu scelto dalla coreografa americana per la prima di una lunga serie di collaborazioni in giro per il mondo. “Karole Armitage è una donna incredibile – ci racconta Antonio Colandrea – della quale esistono così tante sfaccettature che riesce difficile etichettarla nel panorama coreutico. La mia fortuna è stata quella di riuscire ad entrare nel suo animo più nascosto, interpretandone di volta in volta ogni slancio creativo, divenendo presto l’interprete fedele delle proprie intenzioni. Con il passare degli anni siamo diventati amici e mi pregio di essere stato contattato per primo al suo sbarco a Capodichino per la ripresa di questo Orfeo ed Euridice.” Non dimentichiamo che il mito della Armitage stessa è sorto in epoca post-balanchiniana, quasi a volerne ereditare inconsapevolmente scritture e riscritture di tecnica e coreografia in un’epoca di transizione. Da qui ne viene l’immensa cultura della Armitage, donna che impara la lingua madre delle compagnie per cui lavora così da non lasciare nulla al caso, proprio come la versione dell’Orfeo ed Euridice di questi giorni al Teatro di San Carlo pensato e messo in scena con una regia “danzereccia”, riprendendo le parole scherzose di Antonio Colandrea. “Il tratteggio del gesto mitologico in Orfeo ed Euridice – chiude il coreografo napoletano – introduce la versione originale di Christoph Willibald Gluck, su libretto di Ranieri de’ Calzabigi, nell’impianto coreografico di Karole Armitage senza batter ciglio, quasi che la danza non aspettasse altro che essere intrappolata nel libretto e viceversa.”
I miti di Orfeo ed Euridice
Azione teatrale in tre atti di Christoph Willibald Gluck su libretto di Ranieri de’ Calzabigi, Orfeo ed Euridice vide la sua prima assoluta il 5 ottobre 1762 al Burghtheater di Vienna ed è considerata l’opera simbolo della “riforma gluckiana”, quel tentativo di rinnovamento dell'opera seria da parte degli intellettuali d’avanguardia del tempo che, uniti dal desiderio di dare nuova vita alle arti drammatico-musicali, intendevano liberarle dalle convenzioni in cui si erano impantanate. Una visione così moderna, da essere ancora oggi all’avanguardia nonostante i temi mitici di Orfeo e la presto defunta donna amata Euridice. Il libretto si fa drammatico quando il morso letale del serpente priva Orfeo della sua adorata. Da lì lo scorrere del mito consente ad Amore di ergersi a deus ex machina, proiettando Orfeo negli Inferi a riprendersi Euridice, a patto che non le rivolga alcuno sguardo. Nel viaggio di ritorno dagli Inferi dei due protagonisti, però, la ritrosia di Orfeo insospettisce Euridice che lo definisce traditore costringendolo a voltarsi verso di lei e guardarla negli occhi, causandone nuovamente la morte. La fedeltà di Orfeo sarà infine premiata da Amore che riporterà entrambi alla luce ed alla vita. Per l’eccezionalità del soggetto, tra maggio e giugno a Napoli il mito di Orfeo ed Euridice sarà al centro di un percorso teatrale che vedrà protagonisti il Teatro di San Carlo ed il Napoli Teatro Festival: oltre all’ Orfeo ed Euridice di Christophe Willibald Gluck in scena al Massimo napoletano dal 27 maggio al 4 giugno con la regia di Karole Armitage e la direzione di Francesco Ommassini infatti, il 23 ed il 24 giugno sarà in scena per il NTFI lo spettacolo Euridice ed Orfeo di Valeria Parrella, per la regia di Davide Iodice.
Dalla collaborazione tra il San Carlo e il Napoli Teatro Festival è nata l’idea di un laboratorio articolato in due incontri sul mito di Orfeo. I partecipanti sono stati guidati direttamente dai protagonisti degli spettacoli in una “rilettura” teatrale delle due opere con il prezioso contributo di Karole Armitage, regista e coreografa, e Valeria Parrella, autrice della scrittura teatrale per lo spettacolo Euridice ed Orfeo.