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Opere d’arte per arredare gli uffici pubblici, ora il ministero dice basta

Dario Franceschini invita a “un forte intervento di riduzione e razionalizzazione” della pratica di arredare gli uffici della P.A. con opere d’arte.
A cura di B. C.
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Stop alle opere d'arte negli uffici pubblici. Il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, ha diffuso un atto di indirizzo alle Soprintendenze per "limitare il prestito in comodato d’uso negli uffici pubblici di opere d’arte appartenenti al patrimonio statale per esigenze di arredo". Nell’invitare a "un forte intervento di riduzione e razionalizzazione di tale pratica", Franceschini ha disposto che solo in casi eccezionali si possa avanzare richiesta al Consiglio Superiore dei beni culturali e del paesaggio, che verrà coinvolto nell’esame e nell’approfondimento di tutta la materia concernente i prestiti. Va ricordato che, secondo quanto previsto dall'articolo 10 del ddl N. 1264, "le amministrazioni pubbliche destinano all’inserimento di opere d’arte nei nuovi edifici pubblici una quota non inferiore al 2 per cento della spesa totale prevista per i lavori di costruzione dei medesimi, nonché di ristrutturazione edilizia ed urbanistica di quelli esistenti, secondo le linee guida emanate con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro per i beni e le attività culturali, sentita la Conferenza unificata, di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 e successive modificazioni".

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