Oggi ricordiamo Excelsior, un balletto tra storia e scienza
Sul finire dell'Ottocento il repertorio romantico di balletto dominava la scena dei libretti e dei teatri con le coreografie di Marius Petipa, il sommo coreografo francese capace di dettare legge per quarant'anni dalla prima rappresentazione de La Figlia del Faraone (1861, musiche di Cesare Pugni) a Raymonda (1898, musiche di Alexandr Glazunov). I Vari Don Chisciotte, La Bayadere, la Bella Addormentata, Lo Schiaccianoci ed Il Lago dei Cigni imperversavano tutti gli anni in ogni dove, proprio come oggi con le migliori etoile e le maggiori compagnie di balletto. Ma tra questi titoli, precisamente al Teatro Alla Scala di Milano nel 1881, Luigi Manzotti mette in scena le musiche di Romualdo Marenco coreografando Excelsior, il Ballo Grande nazionale in pieno fermento positivistico. Eh sì, i due mentori italiani avevano bene in mente l'imperialismo di quegli anni, concepito come un nuovo colonialismo alla ricerca delle terre di conquista, con l'Italia pronta a recitare la propria parte seppur con indicibili difficoltà. Quel contesto storico ed ideologico fu la base teorica del libretto di Luigi Manzotti che acquisì lo spunto coreografico in occasione dei festeggiamenti per l'innalzamento a Torino del monumento in ricordo del traforo del Cenisio. Proprio sul libretto, Luigi Manzotti indirizzava al lettore il seguente avvertimento:
vidi il monumento innalzato a Torino in gloria del portentoso traforo del Cenisio ed immaginai la presente composizione coreografica. E' la titanica lotta sostenuta dal Progresso contro il Regresso ch'io presento a questo intelligente pubblico: è la grandezza della Civiltà che vince, abbatte, distrugge, per il bene dei popoli, l'antico potere dell'Oscurantismo che li teneva nelle tenebre del servaggio e dell'ignominia. Partendo dall'epoca dell'Inquisizione di Spagna arrivo al traforo del Cenisio, mostrando le scoperte portentose, le opere gigantesche del nostro secolo. Ecco il mio EXCELSIOR che sottopongo al giudizio di questo colto pubblico.
Ecco una breve guida alla lettura dei quadri del libretto di Excelsior di Luigi Manzotti
Luigi Manzotti parte dall'Inquisizione di Spagna, ovvero il migliore esempio di terrorismo associato all'iniquità che i personaggi Luce e Civiltà riusciranno a sconfiggere. Da qui ne viene il trionfo di un'epoca nuova grazie agli interventi della Scienza e delle sue scoperte. E così si comincia con il primo battello a vapore della storia, sorto sulle sponde del fiume Weser presso la città tedesca di Brema, ad opera di Dionisio Papin nel 1707 che però lo vedrà presto distrutto dagli stessi battellieri maledettamente ispirati dal personaggio allegorico dell'Oscurantismo. Per fortuna la Scienza ed il progresso insistono con l'evoluzione di quel battello a vapore migliorandolo con la successiva invenzione del piroscafo. Quando si procede con i salti di qualità si passa ad Alessandro Volta ed alla sua invenzione dell'elettricità, utilissima poi ai viaggiatori avvolti dalle tenebre del deserto. Con quella luce scorgono all'orizzonte un canale artificiale, ovvero l'istmo di Suez destinato a tutte le popolazioni del mondo in un processo di unione e fratellanza. Dopo il pas de deux tra la Civiltà e lo Schiavo finalmente liberato, si assiste al traforo del Monte Cenisio di cui prima, intervento del progresso capace di unire italiani e francesi nonostante le impervie catene montuose con la definitiva sconfitta dell'Oscurantismo. Il Ballo Grande Excelsior, in questi termini, diviene ben presto l'esaltazione dello spettacolo di massa, grandioso e barocco pur presentando nel proprio corpo i pas de deux e gli assoli tipici del repertorio classico-accademico, attingendo a piene mani dalla storia di quegli anni tuttavia, come si è potuto capire, in aperto contrasto con il repertorio di Marius Petipa.