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Oggi il coreografo ungherese Aurel Milloss festeggerebbe i suoi 110 anni

Il 12 maggio 1906 nacque nella magiara Ozora Aurel Milloss, il coreografo del Mandarino meraviglioso di Bela Bartok.
A cura di Massimiliano Craus
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Il Mandarino meraviglioso, bozzetto di Enrico Prampolini
Il Mandarino meraviglioso, bozzetto di Enrico Prampolini, 1942

Il danzatore, coreografo e regista italiano di origini ungheresi è nato ad Ozora, un paesino di duemila anime a centocinquanta chilometri a sud di Budapest. Una realtà infinitamente piccola rispetto al geniale contributo apportato da Aurel Milloss al mondo del teatro e della danza. Oggi avrebbe compiuto centodieci anni, tuttavia negli ottantadue anni di vita il coreografo ungherese ha contribuito alla valorizzazione della cultura di danza in ogni angolo del mondo. Per queste ragioni nel 2006, in occasione della celebrazione del centenario della sua nascita, sia in Italia che in Ungheria si sono organizzate giornate dedicate interamente al contributo coreutico di Aurel Milloss. Nei primi anni, la carriera artistica del coreografo si è concentrata soprattutto in Germania e nella natia Ungheria, divenendo maitre de ballet a Hagen, Duisburg, Breslau, Augusta, Dusseldorf, Budapest e per il Teatro Nazionale Ungherese fino al 1938. Anno del trasferimento a Roma, sua nuova casa dove vi si stabilirà definitivamente fino alla morte nel 21 settembre 1988. Da questo momento si succedono le direzioni delle compagnie di balletto del Teatro dell'Opera di Roma (1938-1945 e 1966-1969), del Teatro Alla Scala di Milano (1956-1950), prima di tornare a girare in lungo e largo per il vecchio continente con le direzioni dei corpi di ballo al Teatro di Colonia (1960-1963) e dell'Opera di Stato di Vienna (1963-1966) segnando per decenni la cultura di danza delle compagini dirette in trent'anni di ininterrotta carriera, senza dimenticare le collaborazioni in Brasile a Rio de Janeiro e San Paolo, oltre che con il Teatro La Fenice di Venezia, il Teatro Massimo di Palermo, il Maggio Musicale Fiorentino, ed i Ballets des Champs Elysées.

Aurel Milloss: la cultura di danza prima e dopo il Mandarino meraviglioso del 1942

Il Mandarino meraviglioso: Luciano Savignano e Mario Pistoni, 1969
Il Mandarino meraviglioso: Luciano Savignano e Mario Pistoni

I meriti straordinari di Aurel Milloss ci conducono nei meandri più appassionati della cultura di danza studiata, valorizzata e promossa a piè pari dal coreografo e regista ungherese, tanto ai professionisti quanto ai giovani. A cominciare dalle scelte musicali e scenografiche a cornice dei propri balletti, bastino gli spartiti di Bela Bartok ed Igor Stravinskij o le scene dei vari Giorgio de Chirico, Fabrizio Clerici ed Afro. Le coreografie più significative dell'opera di Aurel Milloss sono senz'altro le Creature di Prometeo di Ludwig van Beethoven nella prima rappresentazione di Augusta del 1933, La Giara di Alfredo Casella del 1939, La Follia di Orlando di e le Portrait de Don Chisciotte di Goffredo Petrassi del 1947, Marsia di Luigi Dallapiccola del 1948, La Soglia del tempo di Bela Bartok, Estri ancora di Goffredo Petrassi del 1968 e L'Uccello di fuoco di Igor Stravinskij del 1980. Tutto però ruota inevitabilmente intorno al Mandarino meraviglioso, opera di grande spessore di Aurel Milloss ripresa dalla pantomima in un atto del libretto di Menyhert Lengyel, rappresentato la prima volta a Colonia il 28 novembre 1926. Il Mandarino meraviglioso è un racconto che narra di tre sfruttatori che spingono una ragazza ad adescare dei passanti per poterli derubare. Quando però giunge un ricco e restio mandarino cinese, i tre provano invano ad ucciderlo fino a rendersi conto di non poterci riuscire finché la ragazza non gli si concede. Il balletto fu immediatamente bandito per poi accedere di diritto nel repertorio del Teatro Alla Scala soltanto nel 1942 e poi essere ripreso successivamente in tutto il mondo e dai maggiori coreografi.

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