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Oggi è il World Ufo Day: il primo romanzo sugli extraterrestri fu scritto duemila anni fa

L’incontro con forme di vita aliene è più antico di quello che pensiamo: in occasione del World Ufo Day si riscopre il romanzo fantascientifico più antico della storia, scritto da Luciano di Samosata ormai duemila anni fa.
A cura di Federica D'Alfonso
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Ogni 2 luglio si celebra il World Ufo Day: una ricorrenza apparentemente bizzarra, ma radicata nella nostra storia. Questa giornata è infatti stata scelta per ricordare l’incidente di Roswell avvenuto nel 1947: una vicenda divenuta famosa perché dietro lo schianto di un pallone sonda nelle campagne del Nuovo Messico secondo alcuni si nasconderebbe un primo contatto con gli extraterrestri.

Un incontro, quello con le forme aliene, sognato e immaginato da tantissimi scrittori nel corso della storia, fin dall’antichità: restano celebri i romanzi di Wells e i racconti di Lovecraft, ma la storia della letteratura legata agli UFO e alle forme di vita aliene è molto più antica di quanto pensiamo: fu infatti il greco Luciano di Samosata a scrivere il primo romanzo fantascientifico della storia.

La Storia Vera: il primo viaggio sulla Luna

Sciogliendo una volta dalle colonne d’Ercole, ed entrato nell'oceano occidentale facevo vela con buon vento. Mi misi a viaggiare per curiosità di mente, per desiderio di veder cose nuove, per voglia di conoscere il fine dell’oceano, e quali uomini abitano su quegli altri lidi.

Inizia così il primo viaggio dell’uomo sulla luna: è quello raccontato da Luciano di Samosata intorno alla metà del secondo secolo d. C. nella sua opera più famosa, “La storia vera”. L’autore di origini siriane immaginò, nella forma di un romanzo satirico autobiografico, un fantastico viaggio sulla luna durante il quale si hanno i primi contatti con quelle civiltà aliene che ispireranno tantissima letteratura successiva.

L’avventura, narrata in due libri, inizia quando un gruppo di amici capitanato da Luciano stesso sceglie di intraprendere un viaggio oltre le Colonne d’Ercole. Un’improvvisa tempesta scaraventa la nave degli esploratori su una misteriosa isola, dalla quale ripartiranno poco dopo imbattendosi in un tifone che li porterà a 3 mila stadi d’altezza, su una “terra vasta come un’isola, un'isola, splendente e sferica e illuminata da una grande luce”: la luna.

Sette giorni ed altrettante notti corremmo per l’aria: nell'ottavo vedemmo una gran terra nell’aere, a guisa d’un’isola, lucente, sferica, e di grande splendore. Avvicinatici ed approdati scendemmo: e riguardando il paese, lo troviamo abitato e coltivato. Di giorno non vedemmo niente di là; ma di notte ci apparvero altre isole vicine, quali più grandi, quali più piccole, del colore del fuoco, e un’altra terra giù, che aveva città, e fiumi, e mari, e selve, e monti: e pensammo fosse questa che noi abitiamo.

Ippogrifi, guerrieri alieni e battaglie epiche alla conquista della galassia: tutto quello che a partire dagli anni Ottanta è divenuto un fenomeno cult sia cinematografico che letterario, Luciano di Samosata lo aveva immaginato centinaia di anni fa. È lui a descriverci la guerra all’ultimo sangue fra Endimione, re della luna, e Fetonte, re del sole, per la colonizzazione di Venere: una vera e propria “guerra stellare” combattuta da personaggi armati di funghi e gambi di asparagi e da cavalieri su elefanti alati.

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