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“Off Site Art”: L’Aquila si ricostruisce con l’arte e diventa un museo a cielo aperto

Il progetto “Artbridge” nasce a New York all’indomani dell’11 settembre, ed è basato sull’applicazione di immagini di opere d’arte sui cantieri e sulle impalcature che invadono la città. L’idea è stata condivisa dall’Aquila, devastata dal terremoto del 2009, e dall’associazione “Off Site Art” che dal 2014 porta avanti una ri-costruzione ideale al di là dei cantieri ancora aperti: “C’è stato chi non camminava nel centro storico da anni e con la scusa di vedere il nostro progetto ha deciso di riattraversarlo”.
A cura di Federica D'Alfonso
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Piazza Duomo, L'Aquila; "Ri-generazioni", Claudia Pajewski, 2014 (www.offsiteart.it)
Piazza Duomo, L'Aquila; "Ri-generazioni", Claudia Pajewski, 2014 (www.offsiteart.it)

Dal 2014 L'Aquila è una galleria d'arte a cielo aperto: un percorso ideale nell'arte in continua costruzione, parallelo a quello di ri-costruzione della città. Grazie al progetto "Off Site Art/ArtBridge per L'Aquila" la città abruzzese affronta la propria condizione di luogo da ricostruire con una spinta in più: il progetto Artbridge nasce a New York, ed è basato sull'applicazione di immagini di opere d'arte sui cantieri e sulle impalcature che invadono la città. Nata nella grande mela in seguito all'11 settembre, l'idea è stata ben presto condivisa dall'associazione aquilana "Off Site Art", per costruire così un percorso di rinascita e riscoperta della propria identità lacerata, anche attraverso l'arte.

Dopo la tragedia delle Torri Gemelle, New York è divenuta una realtà sempre in ri-costruzione, e anche gli spazi urbani hanno iniziato ad essere vissuti in base questa nuova condizione in divenire. A L'Aquila è accaduta la stessa cosa dopo il terremoto del 2009: la città che c'era non esiste più, sostituita da nuovi spazi e nuove realtà. "Proprio tra questo prima e questo dopo si colloca il tempo sospeso della ricostruzione, quel mentre in cui si tentano di ricucire i lembi delle possibilità per una ricostruzione", ha spiegato Veronica Santi, curatrice del progetto.

L'Aquila, immota manet

Corso Vittorio Emanuele 103; "Gowanus Dance", Marilia Destot (www.offsiteart.it)
Corso Vittorio Emanuele 103; "Gowanus Dance", Marilia Destot (www.offsiteart.it)

"Immota manet" è il motto che appare nello stemma cittadino dell'Aquila, preso in prestito dalle Georgiche di Virgilio. Uno spirito continuo di ricostruzione e di fermezza che è cifra distintiva della città abruzzese dunque, e che si riscontra anche nel progetto "Off Site Art/ArtBridge", come tentativo di mappare e rendere conto dello stato evolutivo dei cantieri aperti nel centro della città: ogni impalcatura ha la propria opera, ciascuna di un artista diverso. Questa mostra a cielo aperto è però destinata a mutare, insieme al cantiere di riferimento, comunicando perciò, attraverso lo spostamento o l'assenza dell'opera, lo stato dei lavori di ricostruzione.

Fino ad ora sono state "esposte" le opere di 28 artisti nel centro storico, 21 delle quali sono ancora visibili. Presto verrà lanciata una nuova call for art rivolta agli artisti emergenti che abitano in Italia e a New York, così da portare avanti il progetto anche nei prossimi cantieri del 2016. In collaborazione con TerraeMutatae, GlobalIA, MU6, Smartly s.r.l e il Dipartimento di Ingegneria e Scienze dell'Informazione e Matematica dell'Università dell'Aquila, "Off Site Art/ArtBridge per L'Aquila" è reso possibile grazie al sostegno delle imprese edili che lavorano alla ricostruzione e delle istituzioni pubbliche e private presenti sul territorio abruzzese.

C'è stato chi non camminava nel centro storico da anni e con la scusa di vedere il nostro progetto ha deciso di riattraversarlo.

Tutti i lavori riflettono, traggono spunti e cercano di comunicare messaggi scaturiti da quel tragico 6 aprile 2009. Ma il criterio di selezione delle opere non è stato in alcun modo limitato: non esiste un "tema", piuttosto c'è la libertà di esprimersi sotto lo slogan "a L'Aquila l'arte è in costruzione". Successivamente una giuria ha individuato le proposte più convincenti, sia artisticamente che in relazione al contesto.

Ri-generazioni: l'opera di Claudia Pajewski

Piazza Duomo, L'Aquila; "Ri-generazioni", Claudia Pajewski, 2014 (www.offsiteart.it)
Piazza Duomo, L'Aquila; "Ri-generazioni", Claudia Pajewski, 2014 (www.offsiteart.it)

"Memoria e creatività sono il vero cemento di una città che lotta per rinascere": questo il senso profondo dell'opera- simbolo del progetto "Site off Art", che racconta la memoria di Nonna Anna, aquilana classe 1927, che sussurra una parola segreta nell’orecchio della pronipote Giulia, nata nel 2012. La parola è trasmessa di bocca in bocca, un bimbo dopo l'altro fino al più piccolo di pochi mesi: un tempo circolare che parla di memoria intergenerazionale‬, quell'immota manet che mantiene viva l’anima della città in ricostruzione.

Abbiamo scelto di raccontare L’Aquila attraverso i volti dei bimbi nati dopo il sisma perché nella loro idea di città non esiste nostalgia. Sono nati in una città-cantiere, conosceranno L’Aquila di ieri solo grazie ai racconti delle generazioni che li hanno preceduti. A noi il compito di trasmettere l’identità del territorio, a loro quello di farci innamorare del presente. In questa chiave nulla può essere distrutto.

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