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Nuova vita per il MADRE: tra social network, rete territoriale e mostre internazionali

Presentato il programma 2013 del museo partenopeo: si parla di budget, mostre, collezione e pubblico.
A cura di Gabriella Valente
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“Quando il museo non viene percepito come un soggetto utile, come un corpo attivo, probabilmente è allora che iniziano i problemi per i musei”. È su questa convinzione che sembra impostarsi gran parte del nuovo e ricco programma del Museo MADRE di Napoli, presentato nel dettaglio durante la conferenza stampa del 7 maggio, dove sono intervenuti il presidente della Fondazione Donnaregina, Pierpaolo Forte, la vicepresidente della stessa, Laura Cherubini, l’assessore regionale alla cultura, Caterina Miraglia, e il nuovo direttore del museo, Andrea Viliani, che nell’intervista ci ha raccontato come sarà il ‘suo’ MADRE.

Il MADRE potrebbe finalmente emergere dalle nebbie, dissolvere le polemiche, chiarire la propria situazione. Dopo un periodo buio di tagli economici e controversie di vario genere, che ha portato molti artisti a voler ritirare le proprie opere e che ha fatto pensare ad una imminente chiusura del museo, il MADRE è pronto a rinascere, con grande entusiasmo, con lucidità e metodo; con un atteggiamento non utopico, consapevole delle proprie possibilità (soprattutto finanziarie), ma che fa ben sperare per un rifiorire delle attività sull’arte contemporanea a Napoli e in Campania.

Inevitabile parlare di fondi a disposizione e finanziamenti stanziati: il Museo MADRE, che fa capo alla Fondazione Donnaregina, il cui fondatore unico è la Regione Campania, riceve per quest’anno un budget di 5,5 milioni di euro, pesantemente decurtato rispetto ai 18 milioni stanziati per il biennio 2008-2009. Considerando il periodo di crisi, la Regione Campania, nella persona dell’assessore alla cultura Caterina Miraglia, smentisce che vi sia mai stata intenzione di chiudere il museo e si dichiara “soddisfatta di puntare e investire sull’arte contemporanea” e di salvaguardare il MADRE in quanto “parte integrante della politica culturale della Regione”.

Rassicuràti dunque su questo fronte, possiamo guardare alla ventura stagione del museo partenopeo, strettamente correlata alla nomina, con concorso pubblico, del nuovo direttore: il piemontese Andrea Viliani, classe 1973, forte di precedenti esperienze curatoriali e direttive (Castello di Rivoli, MAMbo di Bologna, Galleria civica di Trento, documenta 13), porta al MADRE le proprie competenze, il proprio entusiasmo e le proprie relazioni internazionali.

In un fiorire di neologismi, caratteri in prestito dall’informatica ed espressioni plurisemantiche, il programma del MADRE sembra rivolto a costruire “un museo non come tempio, ma come piazza” sia reale che virtuale, dove il referente principale sia il pubblico. PER_FORMARE IL MUSEO è il titolo del programma 2013, titolo che, con le sue varie valenze, comunica l’intenzione di creare un museo dinamico e aperto, che affianchi alla funzione espositiva numerose altre attività; un museo che coinvolga il pubblico come parte attiva, attraverso incontri, social network e una vera e propria ‘suggestion board’ nella sala ora denominata Re_PUBBLICA MADRE; un museo che esca dalle proprie mura e crei una rete di proficue collaborazioni con enti pubblici e privati (dal Mibac alle Università, alla Metropolitana di Napoli, al Napoli Teatro Festival, alle gallerie e fondazioni d’arte contemporanea), con sistemi di patrocinio (Matronato) o progetti specifici (come il PROGETTO XXI, già in corso, con la Fondazione Morra Greco), al fine di fornire sempre più valide proposte culturali.

Altra questione da affrontare, da sempre un po’ dolente per il MADRE, è quella della collezione permanente, esigua, se non quasi assente, che si è fortemente intenzionati ad incrementare, cosa alquanto difficile in mancanza di un fondo per le acquisizioni. Eppure Viliani sembra ottimista e, insieme ai curatori Alessandro Rabottini e Eugenio Viola e al nuovo dipartimento di ricerca di Vincenzo Trione, è pronto a proporre una serie di progetti volti alla produzione e acquisizione di opere per il museo, “senza avere paura del vuoto” per ora, senza fretta, ma fiduciosi nel fatto che nel 2014 possa aversi un primo nucleo di lavori che renda giustizia a Napoli e la Campania come storici crocevia del contemporaneo. Tra le prime opere già acquisite dalla nuova direzione, due grandi nomi: Daniel Buren, con un’installazione per l’atrio del museo, e Nanni Balestrini, con Tristanoil, il video senza inizio né fine presentato all’ultima edizione di documenta.

L’inaugurazione ufficiale della nuova stagione è prevista per il 21 giugno con le grandi mostre di Thomas Bayrle, Mario Garcia Torres, Giulia Piscitelli. Per quel medesimo periodo, primo fine settimana d’estate, il MADRE si sta attivando affinché si possa svolgere un ‘weekend del contemporaneo’, con l’apertura straordinaria di musei, gallerie e altri luoghi dell’arte contemporanea. L’attesa, dunque, non sarà lunga: noi aspettiamo fiduciosi la nuova vita del MADRE e, a quanto pare, il MADRE aspetta noi.

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