Nuova accusa di plagio a Roberto Saviano
Arriva dalle colonne del sito di informazione americano The Daily Beast una nuova accusa di plagio al giornalista e scrittore Roberto Saviano, dopo il processo conclusosi in cassazione con una condanna per la mancata citazione di alcune fonti giornalistiche in Gomorra.
Autore ne è il giornalista, scrittore ed editorialista Michael C. Moynihan, che in un lungo articolo (che potete leggere integralmente qui) fa una disamina piuttosto accurata dell'ultimo libro-inchiesta di Roberto Saviano, ZeroZeroZero, criticandone sia la confezione che l'elaborazione, sia l'accuratezza che l'integrità giornalistica.
Moynihan sostiene che molte delle informazioni contenute all'interno di ZeroZeroZero provengono da fonti non esplicitamente citate, e non di prima mano. Viene portato l'esempio di un passo in cui Saviano introduce l'organizzazione interna della banda criminale messicana di nome Las Zetas, la cui fraseologia proverrebbe, secondo il giornalista americano, in maniera pressoché identica, senza grandi cambiamenti, da una pagina di wikipedia del 2008, non dunque da fonti autonome di inchiesta.
Inoltre alcuni episodi e passaggi, fra le tante storie che vengono raccontate nel libro, vengono ritenute un plagio da giornali autorevoli della stampa in lingua italiana, spagnola e anglosassone. Moneyhan rileva ad esempio che molte storie contenute in ZeroZeroZero provengono dal lavoro di inchiesta di altri giornalisti, come Deborah Bonello, del Los Angeles Times, facendo riferimento a una vicenda che sarebbe stata oggetto di un'intervista esclusiva ottenuta dalla giornalista e il cui articolo sarebbe stato citatato con poche variazioni nel testo e senza fonte; poi si fa riferimento al Libro Red Mafiya, di Robert I. Friedman; un lavoro sulla diffusione della mafia russa nel Nord America.
In oltre, il columnist insinua che Saviano potrebbe aver falsificato un incontro avvenuto dal vivo con un membro delle forze militari speciali guatemalteche, i Kaibiles; incontro che viene riportato nel libro e che, sembrerebbe, a detta di Moynihan, essere descritto in modo molto simile a stralci di descrizioni provenienti dalla Notimex, l'agenzia giornalistica messicana.
Infine, cosa assai più grave, secondo l'articolo il finale del libro, che descrive l'assassinio del giornalista Bladimir Antuna Garcìa, da parte di membri dell'organizzazione mafiosa legata a criminale noto come El Chapo, sarebbe stata "interamente cannibalizzata" da un Report fatto dal CPJ, il Comitato per la protezione dei giornalisti.
Sono senza dubbio accuse gravi, cui l'autore, più volte sollecitato dallo stesso Moynihan, ha risposto dichiarando di aver semplicemente riportato notizie genericamente note alla stampa internazionale, dei fatti, che proprio per questa ragione possono dare adito ad accuse di plagio. Moynihan rigetta queste argomentazioni, sottolineando la specificità e l'unicità delle informazioni, citate tuttavia senza fonte.
E' del 25 Settembre infatti la replica diretta di Roberto Saviano alle accuse del Daily Beast, sul sito di Repubblica. In questo articolo Saviano spiega le sue argomentazioni, affermando esplicitamente che la forma dei suoi lavori è un ibrido fra cronaca e letteratura, e squalificando alcune prove fornite dal Daily Beast affermando che i passi che si ritiene siano stati plagiati fossero, per lo più, o a loro volta citazioni di fonti precedenti o dati oggettivi di dominio pubblico. Saviano ricorda inoltre il processo in cui é stato imputato per plagio in Gomorra, precisando in primo luogo che la Corte abbia riconosciuto il valore originale dell'opera in sè, obbligando Saviano e Mondadori al pagamento di danni solo per lo 0,6 per cento del libro, danni il cui valore è ancora oggetto di ridiscussione e quantificazione in un secondo appello.
Saviano ha inoltre affermato che sia le accuse di plagio ricevute per Gomorra, sia le accuse di plagio di Moynihan, avrebbero il fine occulto di screditare direttamente la sua figura, per tacitare il dibattito che ha suscitato, piuttosto che avere un fondamento oggettivo come accuse di violazione della proprietà intellettuale.