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Nicola Lagioia chiude il Salone del Libro 2023: “Il nostro segreto è stata l’indipendenza”

L?ultimo Salone del Libro da Direttore di Nicola Lagioia non è stato facile a causa delle polemiche con la Ministra Roccella, ma ha chiuso con numeri importanti.
A cura di Francesco Raiola
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Il Salone del libro di Torino, l'ultimo della direzione di Nicola Lagioia si è chiuso con 215 mila visitatori e con una polemica che sta facendo da coda all'evento. Decine di scrittori e scrittrici, altrettanti incontri, tantissimi gli stand e i libri presentati, con un record anche nei visitatori. Eppure questa edizione sarà ricordata anche per la contestazione alla Ministra Roccella, che ha provocato non pochi attacchi proprio allo scrittore reo di essere stato troppo morbido durante il suo intervento: "È stato lo stesso staff della Ministra a chiedermi di intervenire e, come tutti quelli che si mettono in mezzo, ho preso mazzate da tutte le parti. Ho chiesto ai ragazzi di nominare un delegato per fare le domande alla Ministra e mi hanno detto di no in maniera perentoria" ha risposto in diretta Lagioia a In Onda.

Dopo l'intervento ufficiale del Salone che si è schierato nettamente col proprio Direttore, contro le ingerenze politiche ("Il Salone Internazionale del Libro di Torino tiene a precisare che è, è sempre stato, e continuerà a essere tutt’uno con la propria direzione editoriale e con l’intera squadra di lavoro. Chi attacca la direzione e la squadra di lavoro attacca il Salone, attacca l’istituzione. Il Salone è la casa dell’intero mondo editoriale che è di per sé garanzia di pluralismo, libertà, indipendenza") l'ormai ex direttore del Salone ha anche voluto intervenire sui social per ringraziare la sua squadra: "La XXXV edizione del @salonelibro ha battuto tutti i record delle edizioni precedenti. 215.000 visitatori. Ma quello che abbiamo costruito va oltre i numeri. Sono stati anni meravigliosi. Ringrazio le lettrici e i lettori, le case editrici, il gruppo di lavoro, e tutte le persone che ci hanno aiutato in questa impresa. Abbiamo raccolto una manifestazione che stava per scomparire, l’abbiamo fatta diventare in 7 anni uno degli appuntamenti culturali più importanti al mondo".

Lagioia ha sottolineato che "ogni anno è andata meglio del precedente, e anche questo aspetto è stato complicato da gestire. La mia decisione di lasciare la direzione è dovuta anche all’esigenza di riprendere fiato dopo questa corsa incredibile. In bocca al lupo alla nuova direttrice Annalena Benini (farà benissimo). Un grande abbraccio alla squadra interna, garanzia di professionalità assoluta, e con la quale i sentimenti di amicizia dureranno per sempre. Stima, affetto e amicizia verso la proprietà (fate diventare tutto ancora più bello). Amore incondizionato al comitato editoriale, che ha dato tutto, con professionalità, impegno, sacrificio, ma soprattutto con coraggio, disposta a perdere sul piano personale pur di tutelare l’istituzione".

L'ex direttore ha anche spiegato qual è, secondo lui, il segreto del successo del Salone, facendo anche riferimento alle polemiche scatenate: "Uno dei segreti del successo del Salone di questi anni è stato l’indipendenza. Tutelatela. Mi rivolgo soprattutto agli editori: siate anche voi i garanti di questa libertà. Se c’è stato qualche malumore, è già alle spalle. Come scrive Aldo Busi: ‘anch’io ho creduto fatale quanto si è poi rivelato letale solo per la noia che mi viene a pensarci'. Finisce la mia esperienza di civil servant. Ho fatto quello che ho potuto, ciò che non sono riuscito a fare è mia responsabilità, ciò che di buono si è fatto è merito del gruppo di lavoro. Molto amore. I libri se la cavano sempre".

Durante il suo intervento a In Onda, lo scrittore ha parlato del Governo, specificando che "questo non è un governo fascista, ma ci sono alcune cose che danno da pensare. Un Governo che potrebbe mettere in discussione alcuni diritti acquisti, tipo l'aborto, è un Governo di cui alcuni cittadini potrebbero avere paura. Alcuni cittadini hanno un po' paura di questo Governo, e i cittadini non devono aver paura del proprio Governo" e parlando anche del cachet, dopo l'attacco della deputata di Fratelli d'Italia, Augusta Montaruli ha detto: "Guadagnavo 120mila euro lordi a partita iva, ho fatto guadagnare al Salone del libro molto di più".

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