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New York celebra Napoli e nasce il museo della Pizza: che diventa così un’opera d’arte

Gli americani hanno deciso di dimostrare la loro passione per uno dei cibi più famosi del mondo aprendo un vero e proprio museo della pizza: un’esperienza interattiva e social, che guarda alla tradizione del celebre piatto partenopeo in chiave pop. Chissà cosa ne penseranno i napoletani, di questo amore per la pizza made in Usa.
A cura di Federica D'Alfonso
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La pizza è divenuta, letteralmente, un patrimonio dell’umanità. Ma anche prima della decisione dell'UNESCO questo piatto popolare, nato a Napoli a fine Ottocento ma con una storia in effetti molto più antica, era già famoso in tutto il mondo: qualunque sia il suo gusto, e in qualsiasi modo venga condita, la pizza è forse il cibo più amato ed apprezzato della storia. E ora è anche un’opera d’arte: sono stati dei designer di Brooklyn a comprendere le potenzialità “artistiche” della pizza, inaugurando un museo ad essa dedicato.

A ben guardare si tratta di una reinterpretazione tutta americana del culto della pizza: il MoPi infatti, così è stato ribattezzato questo curioso esperimento a metà fra arte e mondo social, è stato inaugurato qualche giorno fa nel quartiere di Williamsburg di New York. Resterà aperto fino al prossimo 18 novembre ma, considerato il grande successo che sta avendo, molto probabilmente diventerà un museo permanente.

Almeno questa è l’idea dei fondatori, i designer dello studio Nameless Network, che hanno deciso di trasformare il cibo più famoso al mondo in una vera e propria opera d’arte. I napoletani doc, quelli affezionati alla tradizione e alla genuinità di questo prodotto, probabilmente storceranno il naso: sì perché di storia e tradizione c’è ben poco in questo curioso progetto, che mira a trasformare la pizza in un’esperienza social ed estremamente “pop”.

La pizza, un linguaggio universale

Non solo un piatto internazionale, ma una vera e propria forma di intrattenimento: il museo infatti offre la possibilità di scattare selfie in ambienti pensati ad hoc per rendere l’esperienza della visita il più interattiva e social possibile. Gli ideatori hanno piazzato nel bel mezzo del museo una grotta di formaggio realizzata in silicone che collega le varie sale e consente di scattare simpatiche fotografie da condividere immediatamente su Instagram.

Dov'è dunque la vera arte della pizza? Essendo divenuto un prodotto internazionale, è difficile aspettarsi che gli americani colgano la vera essenza della tradizione pizzaiola partenopea. Non a caso in questo museo newyorkese pizza fa rima con Pop Art: è questa la chiave di rappresentazione privilegiata dai fondatori del MoPi, che hanno raccolto numerosissime rappresentazioni in chiave pop del celebre piatto italiano.

In una delle sale del museo è possibile ammirare una riproduzione dell’altrettanto iconica Venere di Botticelli che mangia una fetta di pizza. Al posto della memorabile conchiglia da cui nasce, l’artista l’ha raffigurata mentre sbuca da una scatola d’asporto: una fantasia del tutto made in Usa, che però non tradisce l’origine italiana della pizza. Oltre a questa, al momento sono circa 15 le opere raccolte nel museo che, se dovesse diventare permanente, amplierà di certo la propria collezione.

Il re della pizza…americano

Insieme alle installazioni site specific e alle opere vere e proprie, il MoPi espone anche una piccola parte di una collezione che ha dell’incredibile: il proprietario è Scott Wiener, entrato nel Guinness dei primati per aver collezionato il più alto numero di scatole di pizza d’asporto del mondo. Il suo bottino è composto da circa 1300 esemplari provenienti da decine di paesi nel mondo, raccolti soprattutto grazie al suo “Scott’s Pizza Tours”: un vero e proprio tour turistico attraverso la tradizione pizzaiola (americana), che ha già coinvolto migliaia di persone.

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