Opinioni

Nayt non sarà di moda ma è uno che non cerca polemiche e sa rappare più di tanti altri

Nayt si è esibito in concerto al Palapartenope di Napoli, uno dei primi palazzetti di questo nuovo tour in cui porta i suoi successi e le canzoni di Lettera Q. “Quello che faccio non è di moda”, ha dichiarato dal palco, “bisogna proprio volerlo per essere qui”. Un successo non casuale perché William Mezzanotte non cerca polemiche, è uno che sa rappare, tra i più forti extrabeater italiani.
A cura di Francesco Raiola
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Nayt
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In un Paese che troppo spesso tratta il rap come se fosse un oggetto strano e pericoloso, che diventa notizia – per un pezzo di popolazione – solo per quanto riguarda le storie crude che racconta e i testi violenti e misogini, o la sempiterna polemica dell'autotune, spesso ci si dimentica quello che questo genere rappresenta in Italia e nel mondo, e anche quanti ragazzi amano immergersi in certe storie, nei flow, cantare sulle basi, cantare in extrabeat, o semplicemente ascoltare queste storie e ritrovarsi in una comunità. Ecco, il pubblico di Nayt è esattamente quello che ama ritrovarsi in questa comunità che il rapper romano ha costruito in tanti anni, pubblicando tanti album, cercando di trovare sempre nuovi spunti.

Se non conoscete la musica di Nayt è un peccato, perché oltre a essere uno dei migliori rapper in circolazione – gira con una band di altissimo livello e si sente tutto, sul palco – è anche uno dei migliori da ascoltare live, con un pezzo di sé molto conscious (nonostante quel "Non me ne fotte nulla dei temi di attualità" in "guerra dentro") e un rispetto per il pubblico enorme. È un contatto continuo e diretto quello tra lui e i suoi fan, a cui racconta disagi e momenti belli, lo ha fatto nella sua musica e lo fa anche dal vivo, seguito dalle migliaia di persone che riempiono club e palazzetti per ascoltare queste due ore di live serratissimo e tutto cantato e suonato: no doppie, no basi, Nayt rappa veramente, talvolta canta, riuscendo sempre a tenere inchiodato il pubblico con una selezione della scaletta impeccabile: momento energico, il momento "love", i successi, le canzoni tratte dall'ultimo album Lettera Q.

"Quello che faccio non è di moda", dice il rapper al pubblico napoletano, "bisogna proprio volerlo per essere qui, sarà perché qualcuno si sente rappresentato da quello che scrivo". Questo stralcio fa parte di un intervento più ampio in cui Nayt parla dell'importanza della presenza, di essere in quel posto e godersi il momento, e anticipa "guerra dentro" in cui  si racconta pure il mercato: "I rapper che sentivi mo ti fanno imbarazzo perché quando cresci non ti rappresentano un cazzo, sembra più un gioco di ruolo che una realtà di fatto". E il pubblico napoletano lo segue sia nei banger che in pezzi più chill.

Penso a "Di abbattere le mura (18 Donne)", brano dell'ultimo album tenuto su dal piano e uno spoken word su 18 donne importanti, in cui cita Giulia Cecchettin, Michela Murgia, Letizia Battaglia, Margherita Hack, Alda Merini, ma anche Paola Zukar (manager e una delle persone più importanti del rap italiano) o la signora Anna "che mi ha detto che l'amore è una carezza in un giorno qualunque in cui cercavo il sole", ma anche la madre e la nonna: un brano che si chiude con una coda in cui da una parte è stato campionato parte del discorso di Chiara Valerio al funerale di Murgia, appunto, e la recita di un pezzo di Bambina mia, una poesia di Mariangela Gualtieri.

Ma questa canzone di donne è una canzone che gira attorno a un tema a cui Nayt è molto legato, quello dell'identità e anche della vulnerabilità: "Ma io che cosa sono? Davvero, chi sono? La mia identità è un interrogativo a cui non rispondo e per arrivare in fondo, per trovare me a volte penso di dover sottrarre quello che c'è intorno la luce dall'ombra, una donna da un uomo pianeta che non conosco, fuggire l'ignoto e così, scordare ancora chi sono di certo io non sono te, che hai ancora tutto il tempo di abbattere le mura, di insegnare ad amare di nuovo". Ed è stato anche uno dei momenti più intensi e sentiti da parte dei fan che hanno urlato il nome di Giulia Cecchettin, cantando tutto a memoria.

Insomma, forse se ne parla meno dei fenomeni giovani, Nayt non è uno che cerca polemiche, ma è uno che sa rappare, uno dei più forti extrabeater italiani, sicuramente uno dei liricisti più forti tra quelli che girano in Italia, con un forte immaginario americano e un'identità fortissima del Paese che vive, più che quello in cui vive. Guardare il live di Nayt – in scaletta ci sono "Fatto da sooooolo", un trittico come "Un girotondo", "Bad Vibes" e "Tutto il resto è noi" ma anche "Collane", "Se corri" ("Per una volta potrei provare a non prevalere") "Fragile", "oh 9od", giù giù fino a "La mia noia", "Poter scegliere" e "Non è fortuna" – è una giostra, si passa dal banger al pezzo introspettivo passando alla coda jazz, ma resta uno show semplice, costruito in maniera impeccabile, imperdibile se amate il rap fatto bene.

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Giornalista dal 2005, sono responsabile dell'Area Musica di Fanpage.it dal 2013. Sono stato tra i fondatori di Agoravox Italia, e ne sono stato direttore dal 2011 al 2013. Ho scritto di musica, tra gli altri, per Freakout Magazine e Valigia Blu e sono stato relatore al Master di I° livello “Scuola di Giornalismo Post Laurea” dell'Università degli Studi di Salerno. Sono stato per diverse edizioni tra i relatori al Festival Internazionale del giornalismo di Perugia.
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