Nasce Encyclomedia: con Umberto Eco la cultura occidentale cambia volto
“Il compito della cultura è quello di ricordare e mantenere fissa la memoria del passato, inserendola in un contesto, riportando a galla quello che potrebbe essere cancellato". Con queste parole Umberto Eco ha aperto la sua lectio magistralis all’assemblea dell’ONU, a New York, per presentare il monumentale progetto di cui è direttore: “Encyclomedia”, l’enciclopedia digitale che, attraverso la storia, la letteratura, le scienze, la musica, la filosofia, l’arte, ma anche economia, diritto, medicina, tecnologia, mito, religione, comunicazione, raccoglie i principali avvenimenti della storia della civiltà europea dall’antichità all’inizio del terzo Millennio.
Non l’ennesima digitalizzazione di documenti, di cui pure c’è bisogno, o un altro grande “contenitore” d’informazioni e date, ma un’opera culturalmente mastodontica a cui l’illustre semiologo italiano sta lavorando da oltre vent’anni e che ha coinvolto 400 autori, tra i massimi esperti delle rispettive discipline, per un totale di 3.000 saggi che danno corpo a 50 volumi da 600 pagine ciascuno. Forse è proprio questo che Eco intendeva quando, a più riprese negli ultimi anni, scriveva del ruolo dell’intellettuale nella società come di un “Barone rampante”, e cioè di un osservatore che stando fuori dalle “cose del mondo” può, proprio in virtù di questo speciale punto di vista, occuparsi di esso.
L'idea di Encyclomedia è stata sviluppata da Eco insieme a Danco Singer, il curatore del progetto iniziato negli anni 80 all'interno dell'Olivetti, e sarà presto tradotto anche in inglese dando così la possibilità a miliardi di utenti di accedere ai suoi contenuti che, oltre alla fitta rete di link, sono organizzati attraverso un motore di ricerca che permette di creare “cronologie comparative” le quali, ad esempio, consentono di chiederci, “se Immanuel Kant ha mai incontrato Napoleone, oppure di capire se un certo personaggio è contemporaneo di una certa scoperta scientifica o di un certo evento politico”, il tutto secondo le specifiche scelte dall’utente: “Il problema di Internet – prosegue Eco – è che mette a disposizione troppe informazioni spesso contraddittorie. Bisogna avere un filtro. Filtrare informazioni è la materia da insegnare nelle scuole del futuro".
Ed è proprio su questo che si è concentrato il lavoro dei tecnici e degli studiosi che hanno sviluppato il progetto: Encyclomedia, infatti, è dotata di un motore di ricerca semantico che, come spiegano gli stessi autori, “non si limita a individuare i termini in quanto semplicemente scritti, come avviene normalmente nelle ricerche informatiche, ma è in grado di valutarne la valenza semantica, il significato. Inoltre, attraverso particolari algoritmi, il sistema attribuisce delle ‘pesature’ alle diverse informazioni che variano in funzione dell’argomento ricercato, in modo da evidenziare nella ricerca le informazioni più importanti rispetto ad un determinato ‘centro di interesse’”.
Insomma, Encyclomedia ri-fonda e ri-nnova il sapere e le sue modalità di trasmissione nella società contemporanea, arginando quella che Eco chiama “the loss of memory”, vale a dire, la perdita della memoria, storica e culturale, delle nuove generazioni, sempre più schiacciate su una conoscenza del presente che trasforma il passato in un magma acronico in cui si fondono epoche, stili e culture.
Un’operazione che non ha eguali nella storia recente e che rimanda a uno dei momenti più alti dell’Illuminismo, quando tra il 1751 e il 1772, ben 150 tra intellettuali e studiosi capitanati da Diderot e d’Alembert, diedero vita alla “Encyclopédie” il cui impatto politico e culturale accompagnò la nascita della Rivoluzione francese. Allora, per quanto “dialettico” sia il rapporto che noi contemporanei abbiamo con l’età dei Lumi, dall’oppressione dell’Ancien Régime (in cui una Casta minoritaria deteneva potere e privilegi) si passò, di colpo, alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo… Chissà che un progetto come Encyclomedia, per il suo valore storico, non possa riportare l’Italia al centro del dibattito culturale, quantomeno occidentale, facendoci riscoprire, al tempo stesso, il ruolo e l’importanza di quei Maestri di cui si denuncia sempre la scomparsa e che trovano nella personalità e nell’opera di Umberto Eco un emblema lucente.