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Napoli, ritrovato un rarissimo pianoforte a cristallo dell’800. Tornerà a suonare

Un rarissimo pianoforte “a cristallo” dell’Ottocento è stato rinvenuto nelle sale del conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli. La scoperta, inaspettata, arriva durante gli interventi di ampliamento delle sale del Museo: un progetto che porterà, entro la fine dell’anno, al restauro e all’esposizione di alcuni fra i tesori più preziosi della tradizione musicale napoletana. Non solo: ultimato il restauro, la “voce” del pianoforte potrà tornare a riempire le sale del conservatorio con le musiche di Mozart.
A cura di Federica D'Alfonso
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Chiunque, almeno una volta, passeggiando magari sulla strada che da Port'Alba porta nel cuore più antico di Napoli, ha alzato lo sguardo verso le finestre che affacciano sulla strada al suono di un pianoforte: il conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli è un'istituzione in campo musicale, con una storia affascinante e ancora viva, che non smette di restituire i suoi tesori. L'ultimo, inaspettato, è stato ritrovato durante i lavori di svuotamento di una sala adibita a deposito, finalizzati all'ampliamento dell'annesso Museo: un raro pianoforte "a cristallo" di metà Ottocento è comparso fra i tanti altri oggetti ancora nascosti nelle sale del conservatorio. "La sala in questione viene da noi chiamata la sala del ‘tesoro nascosto', in quanto contiene strumenti, cimeli e quadri di notevole valore ma dimenticati", ha raccontato il direttore dell'istituto musicale, Elsa Evangelista. Il pianoforte è uno dei più pregiati pezzi dell'artigianato napoletano del XIX secolo, e la sua scoperta è stata un'autentica sorpresa per gli addetti ai lavori e per il direttore stesso del conservatorio, che da subito hanno intuito il valore storico ed artistico del ritrovamento.

Il pianoforte "a cristallo" riscoperto nel conservatorio di Napoli è a forma di tavolino, con quattro gambe in mogano e una tastiera di quattro ottave, ed è arricchito da una bella decorazione al centro della tavoletta. Quando tornerà, dopo il restauro, all'originario splendore, sarà possibile ascoltare lo straordinario timbro purissimo ed unico di questo gioiello. Non solo, in occasione dell'inaugurazione delle nuove sale del museo, prevista per la fine del 2015, il pianoforte tornerà a suonare in un evento ufficiale, che vede già un fitto programma concertistico ispirato dalla musica suonata su questo tipo di strumenti: primi fra tutti, i capolavori di Mozart.

il direttore Elsa Evangelista in occasione del ritrovamento
il direttore Elsa Evangelista in occasione del ritrovamento

La particolarità di questo pianoforte a tavolo è quella di essere costruito sul modello della sua illustre discendente, la glassharmonica. Questo strumento risale a sua volta alla metà del Settecento, ed è un gioiello di tecnica, affascinante e misterioso: costituita, in numerose varianti, da una serie di calotte di vetro in luogo dei normali tasti da pianoforte, la glassharmonica è caratterizzata da un suono penetrante ed unico nel suo genere. Un suono molto amato dai più famosi compositori europei, fra i quali Mozart, che con essa compose l'Adagio e il Rondò KV617 in do minore, oltre ad un Adagio in do maggiore. Il pianoforte rinvenuto nei giorni scorsi nelle sale del conservatorio dunque, sarebbe un'importantissima testimonianza dell'evoluzione del gusto musicale fra Settecento e Ottocento, essendo stato probabilmente costruito in seguito all'interesse suscitato dall'uso della glassharmonica nelle opere eseguite al San Carlo in quegli anni. Lo strumento sarebbe poi entrato a far parte della collezione Del Balzo, confluita in seguito nelle raccolte del conservatorio di San Pietro a Majella agli inizi del XX secolo.

il pianoforte "a cristallo" dell'Ottocento
il pianoforte "a cristallo" dell'Ottocento

Nessuno poteva immaginare che fosse ancora possibile scoprire importanti strumenti nei depositi del complesso monumentale. Il ritrovamento è un evento straordinario che si aggiunge al già notevole lavoro di ampliamento delle sale del Museo, che dal 2013 il direttore del conservatorio, Elsa Evangelista, sta portando avanti. Il progetto prevede l'allargamento del percorso di visita che Francesco Cilea aveva voluto istituire nel 1925 come arricchimento della Biblioteca storica. In occasione del novantesimo anniversario del Museo dunque, si esporrà per la prima volta, insieme ai già noti capolavori di Stradivari e alle tastiere di Paisiello e Cimarosa, tutta la collezione degli strumenti ad arco e tutti gli strumenti a fiato dell’Ottocento, ancora da rivalutare, oltre a tutti i cimeli appartenuti ai grandi maestri della scuola napoletana.

il pianoforte appartenuto a Domenico Cimarosa conservato nel museo
il pianoforte appartenuto a Domenico Cimarosa conservato nel museo

Il conservatorio di San Pietro a Majella infatti, oltre ad essere un'istituzione nel panorama musicale internazionale, è un tesoro inestimabile anche dal punto di vista storico ed architettonico: situato nel cuore del centro storico della città, nell'ex convento dei Celestini annesso alla chiesa di San Pietro a Majella, l'istituto sta portando avanti un lavoro di ampliamento del già ricchissimo museo che espone molti strumenti musicali antichi e di grande pregio. Un clavicembalo del 1636 di Andreas Ruckers finemente decorato con motivi floreali, il pianoforte appartenuto a Domenico Cimarosa, donato da Caterina II di Russia, e quello appartenuto a Giovanni Paisiello, anch'esso dono di Caterina II: questi sono solo alcuni degli strumenti contenuti nelle numerose sale affrescate del museo. E ancora violini, viole, violoncelli, contrabbassi, viole d'amore, straordinari esempi dell'arte liutaia napoletana. Vero e proprio simbolo della collezione è poi la piccola arpa costruita da Antonio Stradivari, finemente scolpita in legno di pioppo, uno dei soli tre esemplari esistenti al mondo.

quaderni autografi de "Il matrimonio segreto" di Domenico Cimarosa, conservati nel museo
quaderni autografi de "Il matrimonio segreto" di Domenico Cimarosa, conservati nel museo

Un progetto ambizioso, complesso, ma importantissimo per la diffusione della cultura musicale napoletana, riconosciuta fin dal Settecento come una delle più floride d'Europa. San Pietro a Majella custodisce gelosamente il segreto di questa storia lunga secoli, e lavora costantemente per portarla al di fuori delle sue mura. Un lavoro lungo, ma fondamentale, come ha spiegato lo stesso direttore:

Naturalmente si tratta di uno sforzo enorme per una istituzione scolastica italiana. Auspico dunque per questi progetti l'intervento di sensibili sponsor che possano sostenerci in questa realizzazione di grande importanza culturale.

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