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Napoli Est Side Stories: un incontro tra lirica e periferia

L’ente lirico partenopeo presenta per il secondo anno consecutivo un progetto a Vigliena, nel quartiere periferico di San Giovanni a Teduccio.
A cura di Simone Petrella
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Il teatro lirico e la periferia cittadina rischiano sempre di trovarsi a una distanza incolmabile, non tanto spaziale quanto mentale.

Il teatro di San Carlo di Napoli, però, apre in questi giorni, per il secondo anno consecutivo, le porte dei suoi laboratori scenografici di Vigliena, a San Giovanni a Teduccio, quartiere nella periferia est di Napoli, invitando il pubblico della zona, ma anche quello del centro, allo spettacolo Napoli Est Side Story, il cui titolo strizza l'occhio alla grande produzione che lo stesso ente lirico ha affrontato, in questa stagione, nella propria sede ufficiale.

Francesco Saponaro, regista
Francesco Saponaro, regista

Lo spettacolo, in scena fino al 13 luglio  per la regia di Francesco Saponaro, è il frutto di un laboratorio curato dallo stesso regista, che unisce gli stimoli di West Side Story ai testi di Massimiliano Virgilio e Maurizio Braucci; elemento fondamentale del progetto è stata poi la collaborazione di due interessanti realtà: il coro de I sancarlini, nato sul territorio e diretto da Stefania Rinaldi e Carlo Morelli, e l'Orchestra della Scuola Media Statale Ruggero Bonghi, vincitrice per tre volte del premio San Carlo.

È indubbiamente meritevole il tentativo dell'ente lirico di aprirsi alla cittadinanza e anche al teatro di prosa, cercando di riformulare gli interessi di un'istituzione che rischierebbe, altrimenti, di rimanere immobile nel tempo. Puntare poi su uno dei quartieri più popolari di Napoli, in cui la musica lirica arriva davvero con difficoltà, è una grande sfida. L'interesse sociale lascia anche in secondo piano l'esito finale dell'esibizione, mettendo invece in risalto l'evidente entusiasmo dei giovani che hanno aderito al progetto con grande energia; molti sono a Vigliena per il secondo anno consecutivo e sperano che quest'iniziativa possa continuare e rivalutare il lato migliore del quartiere.

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Osservando l'entusiasmo dei giovani, come sempre, ci si entusiasma. Peccato solo che l'anno scorso si era riuscito a realizzare un progetto più ambizioso, una Bohème itinerante che riscosse grande successo, diretta dallo stesso Francesco Saponaro, e quest'anno invece è evidentemente aumentato il numero dei partecipanti ma sembra non essere aumentato affatto il budget a disposizione, anzi sembra aver percorso la direzione opposta. Indubbiamente la crisi economica inficia i costi gestionali del mondo della cultura, ma sarebbe un peccato coinvolgere tanti giovani, ottenere buoni risultati e poi lasciare andare via le cose, perdersi lungo strada; vorrebbe dire venire meno al patto di fiducia che, invece, sembra instaurarsi lentamente con il quartiere.

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È importante, come lo stesso regista ha dichiarato durante l'intervista, che si cominci a creare una presenza costante sul territorio, in maniera tale che l'azione risulti davvero avere una volontà progettuale a lungo termine, evitando che chiunque possa fraintendere l'operazione e ritenerla solo un'intelligente forma di propaganda politica.

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