Mussolini e il fascismo: “Me ne frego” la biografia del duce a cura di David Bidussa
Non può essere un caso che la produzione editoriale più recente sul fascismo e, in particolare, su Benito Mussolini, arrivi da personalità – scrittori e intellettuali – notoriamente antifascisti e privi di ogni genere di fascinazione verso la figura del Duce. In questi mesi, infatti, grande seguito sta avendo, data la natura "sperimentale" di un romanzo su Benito Mussolini, il romanzo di Antonio Scurati "M Il figlio del secolo", ma anche dal punto di vista saggistico non mancano le proposte interessanti.
L’ultima arriva dall'editore Chiarelettere, che ha pubblicato "Me ne frego", una sorta di biografia di Mussolini con le parole di Mussolini stesso. A curare l'opera è David Bidussa, storico sociale delle idee certamente non vicino a posizioni esegetiche del fascismo, avendo collaborato con l'Unità e il Manifesto in passato. Ciò che propone di estremamente interessante il libro curato da Bidussa è, innanzitutto, il metodo di composizione, perché è ottenuto attraverso gli scritti e i discorsi di Mussolini tra il 1904 e il 1927, che disegnano la parabola politica di un uomo che, nel 1904 è ancora un fervente socialista, propugnatore della dittatura del proletariato che nel 1927, invece, giustificherà l'assassinio di Giacomo Matteotti e la dittatura fascista, di cui fu l'inventore.
Ancora più interessante è la tela che Bidussa costruisce attraverso le parole che hanno costruito "l’immaginario fascista". Operazione interessante, soprattutto in una fase storica come quella che stiamo vivendo, attraversata da derive del linguaggio più o meno pericolose, incapace soprattutto di dar forma e trovare le parole adatte con cui definire ciò che stiamo vivendo. Le querelle sul fatto che il fascismo stia tornando oppure no è parecchio sintomatica, in questo senso. Così, infatti, si esprime lo storico nella sua prefazione:
Quelle parole, con il loro carico di immaginario, sono tornate a circolare nella nostra mente e spesso nel nostro linguaggio parlato. Sono tornate a essere parole gridate e non più solo parole sussurrate.