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Musei e direttori stranieri, fine di un’epopea: il Consiglio di Stato ribalta il Tar

Il direttore di Palazzo Ducale a Mantova, l’austriaco Peter Assmann, resterà al suo posto. Lo ha deciso il Consiglio di Stato, con una sentenza depositata oggi, che ribalta la decisione del Tar del Lazio. Si chiude così non solo la vicenda di Assman, ma anche quella degli altri direttori non italiani che guidano musei o siti monumentali dopo la riforma varata dall’ex ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini.
A cura di Redazione Cultura
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Il direttore di Palazzo Ducale a Mantova, l'austriaco Peter Assmann, resterà al suo posto. Lo ha deciso il Consiglio di Stato, con una sentenza depositata oggi, che ribalta la decisione del Tar del Lazio. Si chiude così non solo la vicenda di Assman, ma anche quella degli altri direttori non italiani che guidano musei o siti monumentali dopo la riforma varata dall'ex ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. Il concorso era aperto a cittadini non italiani e sette di essi erano stati scelti per dirigere, fra gli altri, Brera, gli Uffizi, Capodimonte e il sito di Paestum. Contro l'esito dei concorsi erano stati presentati ricorsi.

In prima istanza il Tar del Lazio aveva dato ragione a Giovanna Paolozzi Strozzi, ma il Consiglio di Stato ha rovesciato quella decisione. La vicenda si è trascinata per anni con sentenze contraddittorie. La riforma Franceschini prevedeva l'autonomia di trenta fra musei alla cui guida era stato designato un direttore scelto con un bando internazionale. Uno dei primi direttori coinvolti a rilasciare dichiarazioni è stato Sylvain Bellenger del Museo e del Reale Bosco di Capodimonte a Napoli, il quale ha dichiarato:

Napoli non mi ha mai fatto sentire ‘straniero', una parola che questa città di porto, accogliente per sua natura non conosce e non applica. Leggo perciò con soddisfazione la sentenza odierna dell'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato che mette fine a una querelle sterile. L'arte è patrimonio dell'umanità e la carta di identità dei direttori dei musei chiamati ad occuparsi dell'enorme patrimonio storico-artistico in essi custodito deve certificare solo la competenza e la passione con cui cercano di curarlo e valorizzarlo. Per quanto mi riguarda, continuerò con tutte le mie energie a tentare di trasformare il Museo e Real Bosco di Capodimonte in un grande campus culturale multidisciplinare, all'altezza del valore delle sue preziose collezioni, grazie all'apertura internazionale voluta dal ministro Franceschini, che ringrazio per il suo impegno, e in continuità con il nuovo ministro Bonisoli che, dalle prime dichiarazioni e per la sua esperienza, mi sembra voler proseguire in questa direzione.

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