Musei, diamo le pagelle ai direttori stranieri: ecco chi sono i promossi e i bocciati
Lo scorso 5 settembre Dario Franceschini è tornato alla guida Mibact dopo Bonisoli. Un ritorno che ha subito tentato di riallacciare le fila col “passato”, nonostante il taglio netto dato con l'addio all'Accademia di Firenze da parte di Cecilie Hollberg: proprio in questi giorni, infatti, il ministro ha riconfermato alcuni dei Direttori dei grandi musei d’Italia per altri quattro anni. Si tratta di Eike Shmidt per gli Uffizi, di Sylvain Bellenger per Capodimonte, di Cristiana Collu per la GNAM di Roma e di James Bradburne per Brera. Autonomia, crescita in termini di visitatori e introiti e sviluppo scientifico hanno accomunato il loro operato in questi quattro anni già trascorsi, sebbene da presupposti e con risultati diversi. E ora ci si chiede, guardando al passato, cosa accadrà in futuro?
Eike Schmidt, riconfermata la salda guida degli Uffizi
Se si volesse stilare una classifica dei quattro direttori appena riconfermati dal ministro Franceschini, probabilmente Eike Schmidt sarebbe in cima: lo storico dell’arte tedesco è diventato direttore di uno dei più importanti musei d’Italia a seguito del bando internazionale del Mibact del 2015, e da allora, dati alla mano, Schmidt sembra avere riconfermato il suo curriculum d’eccellenza contribuendo a far crescere, sia in termini strettamente economici che scientifici, la Galleria degli Uffizi.
A partire dal 2017 infatti, a due anni dalla sua nomina, gli Uffizi avevano già registrato un incremento di visite del 10%, che l’anno successivo aveva raggiunto il 50%: il 2018 si è chiuso con 4 milioni e 153 mila visitatori all’attivo. Diretta conseguenza di ciò, l’aumento in termini economici: 34 milioni di euro guadagnati nel 2018, il 50% in più dell’anno precedente, con ben 60 posti di lavoro in più per il solo anno 2017. Numeri, che però vanno aggiunti all'importante operazione di destagionalizzazione dei flussi che ha distribuito un così alto numero di visite durante tutto l’anno, e non più solo nei mesi estivi.
Importanti, in questo senso, le iniziative e i progetti volti a valorizzare, parallelamente, gli altri luoghi culturali come Palazzo Pitti e il Giardino di Boboli. Ma la crescita più importante, agli Uffizi, si è avuta in termini scientifici: tantissime le nuove acquisizioni di opere (solo nel 2018 64 in più) e le sale restaurate e riaperte, le conferenze (circa 32 in un solo anno) e le pubblicazioni scientifiche (6 mila pagine nel 2017). Un gigante nel panorama dei beni culturali come sono sempre stati gli Uffizi non era facile da guidare: ma fino ad ora il Direttore sembra esserci riuscito.
Sylvain Bellenger: il futuro di Capodimonte prosegue?
Un’ardua sfida, quella che il francese Sylvain Bellenger ha accettato nel 2015: riportare il Museo e il Real Bosco di Capodimonte, che proprio l’anno precedente la sua nomina erano stati uniti in un’unica gestione, allo splendore che meritano. Obiettivo parzialmente raggiunto, nonostante proprio il Bosco fatichi ancora ad essere adeguato ai nuovi standard, punto di partenza del futuro Grande Progetto Capodimonte, con molte aree ancora chiuse e inaccessibili. Lo stesso Progetto, già noto dal punto di vista teorico (un campus multidisciplinare che riunirà tutti gli edifici dell’area in un più ampio percorso di design, architettura, storia e natura) attende la conferma definitiva: quella dei fondi.
Nel frattempo, una cosa è certa: più lentamente rispetto al collega fiorentino, Bellenger è comunque riuscito a riportare Capodimonte nella top 30 dei musei più visitati d’Italia già a partire dal 2017, con un incremento di visite del 21%, ponendosi alla testa dei siti che, dal MANN a Pompei, hanno trascinato la Campania verso una riqualificazione e rivalutazione del proprio patrimonio storico, artistico e culturale. Rivalutazione che però ha rischiato di subire una battuta d'arresto momentanea a seguito delle polemiche sulla mostra di Caravaggio del febbraio scorso.
Nel 2018 tale tendenza è stata ancora più evidente: 3,5 milioni di ingressi, con numeri altrettanto importanti se si guarda alle opere restaurate, ai prestiti giunti dall’estero e ai capolavori che pian piano stanno uscendo dai depositi. Fra 2018 e 2019 sono state circa 1220 le opere fra dipinti, statue e arazzi che hanno regalato al passato del museo una posizione d’onore nel presente. Ora a Capodimonte, e a Bellenger, non resta che sperare nel futuro.
Cristiana Collu: riconfermato il nuovo volto della GNAM
Anche Cristiana Collu, unica italiana in questa top four di super direttori, è stata riconfermata nel suo ruolo alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Una proroga fondamentale soprattutto nell'ottica di prosecuzione dell’importante lavoro di crescita avviato dalla GNAM nel 2016: da allora il museo romano possiede autonomia speciale, con un Consiglio di Amministrazione e un Comitato scientifico che lavora per approvare le linee guida e le esposizioni.
Importantissima l’esperienza della mostra “Time is Out of Joint”, curata proprio dalla Direttrice, che ha trasportato la GNAM in una nuova era fatta di riallestimenti delle sale, valorizzazione della collezione del Novecento e collaborazioni con importanti istituzioni museali internazionali (nel solo 2016 sono state 500 le opere giunte nelle sale di viale delle Belle Arti. A questa operazione estremamente visionaria sono seguite nuove campagne social, un nuovo sito web e l’inaugurazione di nuove aree per i visitatori.
I frutti del duro lavoro del primo anno sono stati raccolti fin da subito: nel 2017 la GNAM ha registrato un incremento del 54% di visitatori, con un totale di oltre 220 nuove opere acquisite e altrettante avviate ai lavori di restauro conservativo promossi dal nuovo Comitato scientifico. All'interno di questo progetto generale di riorganizzazione la voce di Cristiana Collu si è da subito fatta sentire per l’acutezza e l’innovazione con le quali ha regalato, nel tempo, un nuovo volto al museo.
James Bradburne: continua la “rinascita” di Brera
Sul percorso fatto fino ad ora alla Pinacoteca di Brera, James Bradburne è stato sempre chiarissimo: “rinascita e non restyling”. È stata questa la parola d’ordine del Direttore, riconfermato anch'esso da Franceschini, per il museo milanese: dati alla mano, si è trattata fino ad ora di una rinascita che ha portato, nel solo anno 2017, l’8% in più di visitatori, mantenendo un trend positivo che inevitabilmente si era affermato con Expo 2015. Brera è in questo modo lentamente ma costantemente salita (di sette posizioni) nella classifica dei musei più visitati d’Italia.
I numeri rappresentano il contraltare di un’operazione che ha visto il riallestimento di 38 sale, tra cui quelle napoleoniche, la riscrittura di tutte le didascalie delle opere, e soprattutto una importantissima scalata ai social: si è passati dai 6 mila follower del 2017 ai quasi 10 mila del 2018, con circa 6 mila nuovi seguaci anche su Facebook. Bilancio estremamente positivo anche dal punto di vista economico: nel solo 2017 2, 9 milioni di euro. James Bradburne, dopo la riconferma, proseguirà per completare il percorso già magistralmente avviato verso il suo obiettivo più ambizioso: quello di trasformare Brera non solo in un’attrattiva per turisti ma anche in un punto di riferimento culturale per la città.