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Morto Umberto Eco: funerali al Castello Sforzesco di Milano. Aveva il cancro al pancreas

Martedì 23 febbraio alle ore 15 avrà luogo un rito civile pubblico al Castello Sforzesco di Milano per ricordare Umberto Eco, scomparso stanotte a 84 anni. Lo scrittore ha perso la battaglia contro un tumore al pancreas che combatteva da due anni e che negli ultimi giorni si era aggravato.
A cura di Redazione
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Lo scrittore Umberto Eco, morto stanotte a 84 anni per un tumore al pancreas sarà commemorato nella sua città d'adozione, Milano, dove martedì 23 febbraio alle ore 15 avrà luogo il rito civile pubblico al Castello Sforzesco. Non ci sarà una camera ardente, conferma il curatore editoriale di Eco Mario Andreose, ma un rito laico. Intanto nella città natale del semiologo, Alessandria, bandiere a mezz'asta.

Eco aveva lasciato la cittadina piemontese subito dopo la laurea, ma era solito, all'uscita di ogni suo libro, tornare ad Alessandria per una presentazione e un incontro con i vecchi amici. "Ci ha lasciato Umberto Eco. Un gigante che ha portato la cultura Italiana in tutto il mondo. Giovane e vulcanico fino all'ultimo giorno". Così, su Twitter, il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, ricorda l'autore.

Umberto Eco morto per un cancro al pancreas. Era malato da 2 anni

C'è massimo riserbo, com'è ovvio che sia, sulla malattia che ha portato alla morte Umberto Eco. La famiglia ha reso noto solo l'avvenuto decesso, non su uno stato critico dello scrittore, deceduto nella notte a 84 anni. Notizie non commentate dai familiari e dai collaboratori riferiscono che Umberto Eco avesse un cancro al pancreas  e che negli ultimi 10 giorni era stato ricoverato in clinica a causa dell'aggravarsi delle sue condizioni che fino ad allora erano arginate con punture di insulina.  Gianni Cosca, amico di vecchia data di Umberto Eco, ha dichiarato a La Stampa: "Sapevo che Umberto era malato da due anni di tumore, ma nessuno pensava che la sua fine sarebbe stata così imminente". Coscia conferma che Eco era uscito di casa per l’ultima volta a metà gennaio, in occasione di una ricorrenza.

Nel corso degli anni sui social network si sono periodicamente susseguite notizie sullo stato di salute del semiologo che in alcuni casi fu anche dato per morto sul web. A condire il tutto pagine Facebook e Twitter fasulle che hanno contribuito in molte occasioni a instaurare un quadro di diffidenza verso le notizie a mezzo web sulla vita del saggista.

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