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Morto Sergio Staino: il “papà” di Bobo era uno dei vignettisti più famosi d’Italia

A 83 anni si è spento Sergio Staino, noto fumettista toscano. È morto in ospedale a Torregalli, in provincia di Firenze, dove era ricoverato da qualche giorno. Era conosciuto per aver inventato il personaggio di Bobo, protagonista delle sue famose vignette satiriche. In passato era stato anche ex direttore dell’Unità. Era malato da tempo.
A cura di Eleonora Panseri
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Sergio Staino
Sergio Staino

È morto all'età di 83 anni Sergio Staino. Il famoso fumettista toscano si è spento in ospedale a Torregalli, in provincia di Firenze, dove era ricoverato da qualche giorno.

Era molto conosciuto per aver inventato il personaggio di Bobo, protagonista delle sue note vignette satiriche e suo alter ego, iscritto al Pci, calvo, occhialuto e barbuto, costantemente in lotta tra la sua lealtà al partito di appartenenza e la disillusione per alcune delle sue scelte. Staino per un periodo era stato anche ex direttore dell'Unità.

Era malato da tempo e si trovava al Dea di Torregalli per un peggioramento delle sue condizioni. Durante l'anno e per molti mesi era stato ricoverato al Don Gnocchi, per problemi di salute iniziati a novembre 2022 ma, come si legge su Il Tirreno, non si era mai ripreso del tutto.

Colpito recentemente da un ictus, era stato ricoverato e poi rimandato a casa dalla moglie Bruna. Negli ultimi giorni però c'era stata una ricaduta, probabilmente dovuta a un'infezione da Covid.

Chi era Sergio Staino

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Staino era un toscano doc, nato l'8 giugno 1940 e cresciuto a Piancastagnaio, in provincia di Siena, dopo essersi laureato in Architettura, aveva insegnato educazione tecnica in vari licei della provincia di Firenze, stabilendo poi la sua residenza a Scandicci.

Il tardivo debutto nel mondo dei fumetti con il suo personaggio più famoso, appunto "Bobo", era arrivato nel 1979 sulla rivista Linus, lo storico mensile diretto da Oreste Del Buono. Subito dopo, negli anni Ottanta, aveva iniziato a disegnare vignette per Il Messaggero e L'Unità, con cui lavorò a partire 1982.

Alcuni anni dopo, nel 1986, fondò il Tango, diventandone il direttore, supplemento satirico de L'Unità al quale collaborarono altri nomi noti, come Altan, ElleKappa, Riccardo Mannelli, Michele Serra, David Riondino, Gino e Michele, Francesco Guccini. L'anno seguente realizzò per Rai 3 il programma Teletango e successivamente, sempre in Rai, creò Cielito lindo, un altro varietà satirico condotto da Claudio Bisio e Athina Cenci.

Nel 1988 Tango era stato chiuso e al suo posto era nato un altro periodico, Cuore, diretto da Serra, al quale Staino aveva partecipato per qualche tempo. Alla fine degli anni '80 aveva lavorato anche alla sceneggiatura del film Cavalli si nasce e nel 1992 a quella di Non chiamarmi Omar, sviluppato a partire da un racconto di Atlan. Nel 2007 aveva realizzato Emme, altro supplemento settimanale de L'Unità, per il quale non aveva mai smesso di lavorare, fino a che le sue condizioni di salute glielo hanno permesso.

Nel settembre 2016 era stata anche annunciata la sua nomina a direttore della testata, affiancando Andrea Romano. Aveva mantenuto la carica fino al 2017 quando, in seguito allo sciopero dei giornalisti del 1° aprile contro il piano di ridimensionamento del personale del 60%, aveva deciso di rassegnare le dimissioni. Il 23 maggio Staino era stato nominato nuovamente direttore e aveva mantenuto la carica fino alla definitiva chiusura del giornale.

Nel novembre del 2017 aveva anche iniziato a collaborare con il quotidiano La Stampa per il quale pubblicava "La striscia di Bobo". L'anno dopo aveva anche intrapreso una collaborazione con Avvenire, realizzando una serie di vignette intitolate "Hello Jesus".

Il cordoglio dei colleghi e della politica

Subito dopo la diffusione della notizia della morte di Staino, sui social si sono moltiplicati i messaggi di cordoglio di ammiratori, ma soprattutto di persone che lo avevano conosciuto e che con lui avevano lavorato.

"Ciao, Sergio è proprio il caso di dire ‘Riposa in pace', dopo tanto dolore. Grazie per la lotta, per aver cercato, fino all'ultimo, quell'angolo di luce nei tuoi occhi, per i momenti condivisi. Chissà come avresti trattato questi tempi bui, tu che al buio davi del tu", scrive su X l'illustratore e vignettista Fabio Magnasciutti, che a Staino dedica anche un disegno. Una matita spuntata che ha appena finito di disegnare un cuore in cui si vede il volto del fumettista scomparso. E due semplici frasi: "Io ce l'ho messo tutto, continuate voi"

A Magnasciutti fa eco il disegnatore e giornalista Danilo Paparelli che insieme a "un ricordo di Sergio Staino, maestro, amico sincero e persona straordinaria che ho avuto la fortuna di conoscere e condividere un lungo percorso di giornalismo e di satira. Il tutto accompagnati da momenti di divertimento e autentica felicità", condivide una foto che li ritrae insieme.

"Ciao, Bobo, grazie per l’intelligenza e l’ironia, l’eleganza e la passione che ci hai regalato", ha scritto su X Massimo Giannini, ex direttore della Stampa.

Come Giannini, anche Enrico Letta, ex segretario del Partito Democratico, ha salutato e ringraziato con un messaggio sui social il vignettista. "Addio, Sergio. Mi si spezza il cuore. Grazie per tutto quel che sei stato. Per tutto quel che hai sentito, condiviso e pensato. Per tutti i pensieri che hai provocato. Vivrà tutto ciò ancora a lungo".

Un ricordo commosso è anche quello del segretario di Italia Viva, Matteo Renzi, che ha espresso vicinanza anche alla famiglia di Staino. "La morte di Sergio Staino mi riempie il cuore di tristezza. Sergio è stato spesso un feroce critico e allo stesso tempo un affettuoso fratello maggiore. Ma per me è sempre stato soprattutto una persona vera con cui confrontarsi e discutere. Il mio messaggio di condoglianze più affettuoso a Bruna, ai figli Michele e Ilaria, a tutti quelli che gli hanno voluto bene", ha scritto Renzi su X.

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