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Morto Michele Cocchi a 43 anni, l’ultima lettera: “La mia vita è stata troppo breve ma felice”

È morto a soli 43 anni colpito da un male incurabile. Il suo ultimo libro “US” aveva vinto numerosi premi. Fandango: “Era capace di raccontare il mondo degli adolescenti come pochi”.
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Michele Cocchi, lo scrittore e psicoterapeuta, è morto a soli 43 anni colpito da un male incurabile. Il suo ultimo libro, US, aveva vinto il premio Plus, fondazione Uspidalet, sezione Narrativa e il premio Letteraria. Lo scrittore se n'è andato il 31 dicembre e questa mattina, presso la sala Maggiore di Pistoia, nel corso della cerimonia civile è stata letta una sua lettera: "La mia vita è stata troppo breve, ma felice". Michele Cocchi lascia una moglie, Chiara, e due figli, Emma e Pietro.

Chi era Michele Cocchi

Nato a Pistoia nel 1979, Michele Cocchi è stato uno psicoterapeuta dell’infanzia, dell’adolescenza e della famiglia. Da sempre appassionato di scrittura, nel 2009 esordisce con un racconto, "Animali", incluso sull'antologia "Padre", edito da Elliot Edizioni. Nel 2010, sempre per Elliot Edizioni, pubblica la raccolta di racconti "Tutto sarebbe tornato a posto". L'esordio nella forma romanzo arriva nel 2016: "La cosa giusta" (Effigi Editore). Nel 2017, "La Casa dei Bambini" (Fandango Libri) vince il Premio Comisso nel 2018. Due anni più tardi, il suo US – edito ancora da Fandango Libri – vince il premio La pagina che non c'era 2021, il Premio Letteraria 2021 e, più di recente, il Premio Plus, fondazione Uspitalet. Suoi racconti sono apparsi nelle principali riviste letterarie – "Colla", "Primo Amore", "Nazione Indiana", "Graphie" – e con il racconto "Tienimi la testa" ha vinto il premio della giuria edizione 2010 del festival letterario "Esor-dire" la narrativa e la scrittura.

La scrittura di Michele Cocchi

Della sua scrittura, del suo lavoro, aveva ampiamente parlato in una intervista rilasciata, tra le altre, a Chiacchierando:

Mi piace pensare ai bambini e ai ragazzi e raccontare di loro, perché loro saranno il nostro futuro. Offrire loro una società dove si possa vivere bene, e soprattutto dove si possa crescere e formarsi per diventare dei buoni cittadini è il nostro compito di adulti. Sento mancare, in Italia, se non nella voce di pochi uomini o di poche realtà, un pensiero coerente e coeso su questo. Il primo luogo di dispersione e disgregazione del pensiero sui giovani è, paradossalmente, la scuola, luogo che dovrebbe rappresentare, invece, la più importante palestra di cittadinanza per le persone in formazione.

Fandango Libri ha commento con un post la scomparsa del suo autore: "Scrittore dal grande talento e dalla grande sensibilità, Michele era capace di raccontare il mondo degli adolescenti come pochi, attraverso dei personaggi dalla profonda complessità psicologica.La sua perdita ci rattrista molto: lo ricorderemo attraverso la sua preziosa scrittura". 

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