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Morto lo scrittore Ismaïl Kadaré, era considerato un monumento letterario per la sua Albania

È morto a 88 anni lo scrittore albanese Ismaïl Kadaré, autore, tra gli altri, de “Il generale dell’esercito morto” e oppositore del regime comunista di Enver Hoxha.
A cura di Redazione Cultura
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Ismaïl Kadaré (Lapresse)
Ismaïl Kadaré (Lapresse)

È morto a 88 anni lo scrittore albanese Ismaïl Kadaré, come ha confermato il sui editore Bujar Hudhri, che ha spiegato che l'autore di Il generale dell'armata morta, ha avuto un infarto. Kadaré è morto dopo essere stato trasportato d'urgenza all'ospedale di Tirana, come ha detto in forma anonima un'infermiera dell'ospedale. Kadaré era il più importante scrittore albanese e più volte il suo nome era risultato tra i papabili per la vittoria del Premio Nobel per la Letteratura, senza mai riuscire a vincerlo; nonostante ciò, los crittore ha vinto numerosi premi internazionali, tra cui il Booker Prize e il Principessa delle Asturie, tra gli altri.

Kadaré era un vero e proprio mito per la Cultura albanese, considerato, come scrive anche Libé come un Victor Hugo o un Lev Tolstoj per la letteratura nazionale, un peso che, come specificò lo stesso scrittore al giornale francese "può portare alla follia o alla degenerazione. Sono riuscito a non perdere la testa". E non solo non ha perso la testa ma ha scritto capolavori che più volte lo hanno portato a risultare tra i favoriti del principale premio letterario mondiale, anche grazie al suo afflato civile che lo portò a scrivere contro i totalitarismi, attraverso la Storia, i miti e le tradizioni del proprio Paese.

Usando una varietà di registro, Kadaré avrebbe descritto in maniera grottesca ed epica la dittatura albanese di Enver Hoxha: "L’inferno comunista, come ogni altro inferno, è soffocante” – disse pochi mesi fa -, ma nella letteratura questo si trasforma in una forza di vita, una forza che aiuta a sopravvivere, a sconfiggere a testa alta la dittatura". "L'Albania e gli albanesi hanno perso il loro genio delle lettere, il loro emancipatore spirituale, i Balcani (hanno perso) il poeta dei suoi miti, l'Europa e il mondo (hanno perso) uno dei più illustri rappresentanti della letteratura moderna", ha detto in una nota il presidente albanese Bajram Begaj.

La fama arrivò con "Il generale dell'esercito morto", pubblicato nel 1963, proprio durante la dittatura che lo costrinse a rifugiarsi in Francia pochi mesi prima della caduta del regime, e dopo aver vissuto a Parigi – non a caso nel 2023 il presidente francese Emmanuel Macron gli conferì il titolo di Grande Ufficiale della Legione d’Onore – tornò a Tirana. Ha scritto oltre 80 tra romanzi, opere teatrali, sceneggiature, poesie, saggi e raccolte di racconti tradotti in 45 lingue. In Italia le sue opere sono tradotte da Nave di Teseo che sta rieditando tutta l'opera, oper adesso sono uscito La bambola (2017) e La provocazione (2018), Aprile spezzato (2019), La città di pietra e Le mattine al Café Rostand (2021).

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