Morto Emanuele Severino, il filosofo aveva 90 anni
Il 17 gennaio è morto Emanuele Severino, uno dei più noti filosofi italiani. La notizia è stata data solo oggi, a funerali avvenuti. Nato il 26 febbraio 1929 a Brescia (avrebbe quindi compiuto a breve 91 anni), Il padre era un militare di carriera siciliano originario di Mineo. Laureatosi a Pavia nel 1950, ha insegnato alla Cattolica di Milano dal 1954 al ‘69, nella sua carriera ha insegnato in diverse università italiane fra cui l’Università Cattolica di Milano – da cui fu allontanato per divergenze filosofiche – l’Università Ca’Foscari di Venezia e l’Università San Raffaele di Milano. Tra i suoi allievi, il futuro cardinale Angelo Scola, ma anche Umberto Galimberti, Carmelo Vigna, Luigi Ruggiu, Salvatore Natoli, Italo Valent: molti avrebbero insegnato nello stesso ateneo.
Di fede radicale, Severino ha spesso criticato sia il capitalismo sia il comunismo, ma anche la sinistra in quanto “non è più socialdemocrazia”. Nei suoi tanti libri pubblicati e nelle tante conferenze a cui ha partecipato ha affrontato il tema del divenire e della morte, con un solo obiettivo: negarne l’esistenza. “Avvicinarsi alla morte è avvicinarsi alla gioia – aveva detto durante una lectio magistralis lo scorso anno, al compimento del novantesimo anno d’età – non ci attende la reincarnazione o la resurrezione, ma qualcosa di infinitamente di più”. Tra le sue opere principali, ricordiamo L'essenza del nichilismo (1972), Tèchne (1979) e Heidegger e la metafisica (1994). Negli ultimi anni della sua carriera aveva scritto libri più divulgativi su vari temi fra cui la politica, il sistema economico capitalistico e la fede cristiana. Severino è morto nella sua Brescia dopo una malattia che negli ultimi mesi lo aveva costretto al ricovero in ospedale.